Note di regia de "La Vacanza"
Il tema alla base del film “La Vacanza” ha una natura tanto sfuggente e complicata da necessitare, in fase di sceneggiatura, di profondi ripensamenti ed accorte riscritture. Il disturbo bipolare da cui è affetto il personaggio di Valerio rappresenta il perno instabile su cui ruota una girandola di rapporti e sentimenti contrastanti, a loro volta condizionati da dolori e incertezze. Il sincero affetto che unisce Valerio e Carla, un’ex magistrata forte e volitiva ora piegata (e addolcita) dall’avanzamento del morbo di Alzheimer, trova le sue radici profonde nel condiviso senso di incomprensione verso e da parte degli “altri”, incapaci di relazionarsi con l’amara realtà della malattia. Per questo motivo, nonostante la significativa differenza d’età, tra i due personaggi si instaura un rapporto così schietto e spontaneo da risultare corrotto all’altrui giudizio, sempre pronto a condannare, vincolare e modificare la vita dei terzi secondo la propria egoistica visione dei fatti. Non a caso la psicologia dei personaggi secondari ci appare incoerente anche se ben trincerata dietro atteggiamenti risoluti ai limiti della più elementare arroganza. La funzione dei flashback è infatti quella di mostrare i dolorosi ricordi che, con azione propulsiva, spingono e motivano scelte e comportamenti dei personaggi, inclini al superamento degli errori passati per andare incontro ad un futuro costruito con responsabilità e maggior senno. Seppur, troppo spesso, questa maturità non rappresenta altro che l’ennesimo, debole scudo dietro il quale ci si nasconde nel tentativo di dare un senso all’assurdità delle inevitabili lotte quotidiane contro i feroci fantasmi del passato e del futuro.
Enrico Iannaccone