Note di regia di "Il Ragazzo che Smise di Respirare"
Questa cortometraggio è la storia di Max ma è anche un po' la storia di tutti noi. Siamo talmente abituati all'ansia che ormai non ci facciamo più caso: fa parte di noi, del nostro modo di vivere: è normale...no? A volte pensiamo a quanto sarebbe bello tornare bambini, quando le uniche preoccupazioni erano giocare, mangiare, dormire e stare con gli amici, tuttavia, alcune stime ci dicono che almeno un bambino su 10 soffre d'ansia. E molti di loro ne soffriranno anche da adulti. L'ansia non è sempre un problema anzi, se non diventa eccessiva e non interferisce con la vita quotidiana. È un'emozione universale, positiva e fisiologica. Spesso il problema è come viene affrontata, da chi ne soffre e che da chi lo circonda. Dobbiamo essere perfetti, belli e felici. E abbiamo tutto. Cosa vogliamo di più? Come osiamo lamentarci? Avere un problema, per di più psicologico, non è un'opzione anzi, è solo un ostacolo che ci impedisce di andare avanti. Sempre più veloce. C'è chi minimizza, facendo finta che il problema non esista, chi cerca una spiegazione esterna, senza prendersi le proprie responsabilità, chi delega ad un professionista, pensando di aver fatto il proprio dovere e di risolvere la questione con una pillola e qualche seduta di terapia. Prendersi cura di sé, costruire relazioni profonde e comunicare davvero in famiglia e con gli amici richiedono impegno e tempo. Nel mondo di oggi, spesso veloce e superficiale, sembra non esserci spazio per questi “dettagli”. In fin dei conti, che profitto potremmo averne... giusto?
Elena Beatrice e
Daniele Lince