Note di regia di "Nati 2 volte"
Nascere in un corpo che non senti tuo è un dramma che interessa sempre più persone in Italia. Inoltre, per i pochi fortunati che riescono – dopo sofferenze fisiche e morali inenarrabili – a compiere la transizione verso il genere a cui sentono di appartenere – come il protagonista Maurizio – il calvario non è finito: c’è da affrontare il pregiudizio della gente, l’arretratezza burocratica di uno Stato che non ha ancora varato una normativa esaustiva che li tuteli, ma soprattutto ci sono da superare i fantasmi delle proprie insicurezze, dovute alle scorie di una vita passata a nascondersi dai risolini e dalla violenza non solo verbale delle persone che sono loro più vicine. A me interessa soprattutto indagare questa zona d’ombra, perché mi sembra facilmente assimilabile all’esperienza spicciola di ogni essere umano: la paura dell’altrui giudizio che spinge a fare o dire cose che poi si ritorcono contro; la scelta di rimanere nell’ambiguità per timore di come gli altri possano reagire alla verità. E ho scelto di farlo con i mezzi della commedia perché ritengo che le più grandi verità acquistino maggiore rilievo se dette con un sorriso. «Ridentem dicere verum» scriveva il poeta Orazio. “Nati Due Volte” farà ridere, emozionare, riflettere. E mi auguro che possa aprire uno spazio di discussione libero da pregiudizi di sorta sull’odissea quotidiana a cui è sottoposto un transgender nel nostro paese.
Pierluigi Di Lallo