TUTTA UN'ALTRA VITA - Per sette giorni cambio vita
Gianni è un tassista frustrato da una vita monotona: ha una moglie e due figli, il mutuo da pagare e il sogno impossibile di vincere alla lotteria. Un giorno una coppia benestante dimentica le chiavi della loro meravigliosa villa sul suo taxi e Gianni, azzardando, si impossessa per una settimana della loro vita: vestiti eleganti, auto lussuose, feste esclusive e una donna da sogno: Lola. Tutto questo è destinato però a finire presto …
Partendo da uno dei temi cardine della commedia, il sogno della ricchezza, la voglia di evadere, di cambiare vita, moglie e figli,
Alessandro Pondi ci racconta la doppia vita di Gianni interpretato da
Enrico Brignano, il classico romanaccio dalla battuta e dalla lamentela pronte. Un “Borotalco” dei giorni nostri, disincantato e più “spietato”: raccogliendo la lezione del suo maestro
Luciano Vincenzoni, lo sceneggiatore di Leone ma anche di Monicelli e Germi, il regista
Alessandro Pondi costruisce una commedia scorretta ma onesta, in cui non c’è posto per l’amore paterno né per la retorica del matrimonio da salvare a tutti i costi.
L’unica fonte di felicità sembra proprio quella “bella vita” fatta di apparenza ed eccessi che Gianni riesce a vivere anche se solo da “clandestino”: un finale decisamente amorale a dispetto del classico lieto fine verso il quale la storia di Gianni sembra inizialmente voler condurre.
Il comico romano, intrattenitore di folle con i suoi spettacoli, in "
Tutta un’altra vita" appare imbrigliato nella sceneggiatura non riuscendo a coinvolgere nelle scene chiaramente cucitegli addosso e nemmeno nell’unico momento più emotivo del film. Tra tempi morti e qualche volgarità di troppo è la moglie cornuta
Paola Minaccioni a regalare i momenti più esilaranti: con la sua verve “popolana” il personaggio di Lorella appare autentica anche nelle sue esagerazioni rivelando una grande profondità nell’intensa scena dell’accesso confronto tra i due coniugi.
12/09/2019, 17:18
Caterina Sabato