ROCCO SCHIAVONE - Torna in quattro puntate dal 2 ottobre
Arriva alla terza stagione e
Rocco Schiavone regge sempre.
Marco Giallini, questa volta diretto da
Simone Spada, si aggira tra strade e montagne della Val D’Aosta, sempre incarognito, sempre in loden e clark, ma sempre puntuale nelle sue storie e nel carattere.
Dopo aver chiuso la seconda stagione sotto zero, con la perdita della nuova fiamma, la collega Caterina Rispoli (
Claudia Vismara) e aver chiuso con gli amici trasteverini malavitosi, nel primo episodio della terza il Vice Questore Schiavone si chiude in casa, colpito da una febbre micidiale (37,3°…) che lo costringe a condurre le indagini di un omicidio dal divano.
Le storie scritte da
Antonio Manzini e sceneggiate dallo stesso insieme a
Maurizio Careddu, sono ideali per il freddo aostano, ruotando attorno a piccole cose di paese, piccole persone perse sulle montagne, ricordi sbiaditi di strappi a una vita regolare e rispettabile, ricordando da vicino i racconti dello svizzero
Friedrick Glauser e del suo burbero
Sergente Studer.
Con l’aiuto più o meno utile del suo ufficio, Schiavone riesce a ricucire il passato al presente, utilizzando l’intuito ma anche un pessimismo che fa spesso indovinare a pensar male.
La squadra della Questura si rinforza in alcuni ruoli più caratteristici, con il regionalismo tipico delle forze dell’ordine, che riesce a trovare una indovinata dimensione di commedia nell’anatomopatologo toscano Alberto Fumagalli (
Massimo Reale) che odia tutto tranne i cadaveri del suo obitorio e i tramezzini mangiati durante un’autopsia, e nell’agente D'Intino (
Christian Ginepro) testardo e ignorantissimo con il suo abruzzese della costa teramana che riesce a far sorridere ad ogni apparizione.
Marco Giallini continua con ottimi risultati a “metterci del suo”, lasciando che sia il personaggio a entrare in lui e non viceversa. Ad Aosta, dove ormai è un idolo assoluto, si discute sul luogo dove piazzare una sua statua dimensione 3 a 1.
01/10/2019, 11:59
Stefano Amadio