Note di regia de "I Segreti del Mestiere"
Ognuno di noi in gioventù ha vissuto il proprio periodo di svolta, in cui si passa dall’essere un bambino immerso nei meandri della propria fantasia e si approda alla vita reale, fatta di crescita e successi, ma anche di doveri, assunzione di responsabilità e delusioni. L’adolescenza rappresenta quel periodo in cui il ragazzo è alla ricerca di sé stesso. L'immagine che aveva di sé fino a quel momento è andata persa, a causa del suo cambiamento fisico e psicologico. L’intero film ruota attorno alla crescita di Samuel, da tutti chiamato “Sam”, ragazzo introverso di 15 anni alla ricerca della propria strada, della propria identità, del proprio posto nel mondo. Sam sta vivendo un momento molto complicato della propria vita: fallisce il suo primo anno al liceo, fatica a trovare un binario di comunicazione con il padre, e cerca una madre che sospetta essere morta anni prima e che gli causa un vuoto e un trauma interiore di cui fatica a intuire le proporzioni. Inoltre ha difficoltà a entrare in sintonia con i suoi coetanei, difficoltà che sfocia anche nella gestione impacciata del suo rapporto con Giulia, compagna di classe dalla quale è attratto, incarnazione dei primi amori giovanili. Che ricordi ho del mio passaggio adolescenziale? Quali erano le emozioni che provavo nel trovarmi in un ambiente di adulti? Durante il periodo di scrittura del film mi sono reso conto che ogni mio singolo pensiero veniva messo a fuoco attraverso Samuel. Per questo ho deciso di adottare una messa in scena che privilegiasse il suo punto di vista, utilizzando differenti linguaggi: il piano del reale, l'immersione nel subconscio e nei sogni di Samuel - tramite dei flashback - e le animazioni dei suoi disegni. I flashback ci fanno entrare nella condizione del ragazzo, ci fanno percepire la sua afflizione nei confronti di un trauma che ritorna regolarmente nel tempo. Mentre le animazioni ci fanno entrare in empatia con Sam, esprimono il flusso della sua fantasia e del suo talento artistico. Un’empatia con il suo mondo sensoriale che ho voluto ricreare anche attraverso il suono diegetico della città - come il rumore dei treni - che diventano l’accompagnamento sonoro del viaggio, anche a livello metaforico e interiore, intrapreso dal giovane. “I Segreti del Mestiere” gioca con le molteplici possibilità di un trattamento filmico, con i generi, mescola realismo e animazione, e racchiude un potenziale di narrazione che spazia da un livello regionale (l'ambientazione calata nella realtà di una cittadina di confine della Svizzera italiana) ad un livello molto più ampio. Attraverso le vicende di un adolescente che affronta i primi passi nella vita adulta, infatti, il film si apre a tematiche universali quali la ricerca della propria strada, la difficile comunicazione con la figura paterna, la ricerca di un modello da seguire, l’incontro con il primo amore, la ricerca della verità rispetto alla propria famiglia, alle proprie radici, e l’accettazione di un evento drammatico che non può essere cambiato.
Andreas Maciocci