Note di regia di "Il Cacciatore - Seconda Stagione"
Il PM Saverio Barone è ormai divenuto un cacciatore di mafiosi a tutti gli effetti. È riuscito a mettere da parte le sue intemperanze per divenire uno dei membri più efficienti del pool antimafia di Palermo. Ma la sua lotta contro il tempo per mettere le manette ai polsi di Giovanni Brusca e salvare la vita del piccolo Giuseppe Di Matteo costringe il magistrato a sacrificare ogni giorno un pezzo della sua anima, perdendo di vista sua moglie Giada, sua figlia Carlotta, i suoi pochi amici. Saverio smarrisce così le uniche cose che lo tengono ancorato a terra, abbandonandosi ancora una volta alle sue ossessioni fino a sfiorare la perdita della ragione.
Anche Cosa Nostra attraversa una fase di crisi identitaria: da un lato Giovanni Brusca, lo “Scannacristiani”, ostinato a portare avanti una guerra a cielo aperto contro i magistrati palermitani; dall’altro Bernardo Provenzano e Pietro Aglieri che, dismessi i panni dei tagliagola, hanno capito che il futuro della mafia è quello di governare lo Stato dall’interno, anziché farlo bruciare.
La seconda stagione de “Il Cacciatore” mette in scena contrasti, tradimenti, lotte fratricide. In continuità con il linguaggio della precedente stagione, si è deciso di valorizzare il fondamentale dualismo di personaggi gravati dall’incertezza del loro futuro, in un chiaroscuro emotivo prima ancora che visuale.
Ove il percorso di Saverio nella prima stagione ricordava una discesa nelle bolge dantesche della Mafia palermitana, la Sicilia aspra e misteriosa della seconda stagione funge da scenario per raccontare la costante antitesi tra cielo e terra, divisi da un orizzonte sempre più etereo. Sulla terra troviamo i nostri eroi costretti a coniugare le strategie di guerra alla mafia e la loro sfera personale, gli affetti, le promesse fatte alle persone amate, mentre le stelle che li sovrastano rappresentano una chiamata all’ascensione, il desiderio di lasciarsi alle spalle le passioni terrene e dimenticare gli obiettivi e le ragioni della lotta, in un percorso che porterà Saverio a rischiare di perdere persino la sua identità nella forsennata speranza di una redenzione.
L’evoluzione di Saverio è speculare a quella dei suoi antagonisti: anche Giovanni Brusca guarda al cielo alla ricerca della sua stella fortunata, Enzo Brusca scruta le galassie sperando che siano gli alieni a venirlo a prendere e a liberarlo dal giogo di suo fratello, mentre il rampante boss Pietro Aglieri confida in un Dio perverso che illumini il suo sentiero criminale.
Agli stilemi del noir procedurale che hanno caratterizzato la prima stagione, si aggiungono perciò incursioni nel genere fantascientifico che, con le sue atmosfere sospese e i suoi giochi di luci e ombre, segnala lo smarrimento e il progressivo senso di alienazione dei personaggi narrati e, soprattutto, l’assurdità dell’orrore mafioso e della crudeltà umana. Alto e basso, luce e ombra. Antinomie fondamentali, spesso rimarcate da movimenti di macchina audaci, montaggio serrato e una musica che quasi mai costituisce un mero commento alla scena, bensì è organica, inserita nella narrazione e in continuo dialogo con essa.
La Sicilia diventa una terra di frontiera contesa tra forze contrastanti, dove personaggi crepuscolari si affrontano consci che solo chi è in grado di adattarsi ai cambiamenti del loro tempo resterà in piedi, mentre gli altri verranno catturati o cadranno in battaglia.
Davide Marengo