BUIO - Tre ragazze, una casa, una quarantena forzata
Chiuse in casa, al riparo da un "fuori" in cui una minaccia invisibile è pronta a colpirle. Tre sorelle, Stella Luce e Aria, attendono ogni giorno nella grande e isolata villa in cui sono auto-rinchiuse, il ritorno a casa del padre. Bardato di maschera anti-gas e di tutte le previdenze possibili, l'uomo ogni sera torna con un bottino di cibo e beni di prima necessità, pronto a raccontare alle sue donne la società pericolosa cui va incontro quotidianamente.
Pensato e presentato (alla Festa del Cinema di Roma 2019) in un'epoca pre-coronavirus, "
Buio" di
Emanuela Rossi è un film post-apocalittico girato per larga parte in un solo ambiente e con un ridottissimo cast di semi-esordienti. Le tre giovani co-protagoniste,
Denise Tantucci ("Likemeback" e "Tre piani" di Moretti, tra le altre cose nel suo curriculum), Gaia Bocci e Olimpia Tosatto, sono diversamente succubi di un padre-padrone orco e spaventoso, cui Valerio Binasco presta volto e ambigua presenza.
Una vita quotidiana spesa tra vecchie VHS di ginnastica con Sydney Rome e il lento scorrere del tempo, un morbo misterioso che colpisce le donne porta le tre ragazze a un livello di inferiorità apparentemente irrisolvibile. E allora la "vita", per loro, si esprime come tale solo quando rimangono da sole: una cena immaginata e passata in bikini, giochi infantili e ingegnosi (che ricordano, a tratti, quelli inventati da Ma' in "Room") tutti per loro, che si spengono inevitabilmente quando si palesa il ritorno a casa del padre. Ritorno che una sera non avviene, e ben presto Stella, la più grande del gruppo, dovrà decidere come comportarsi per dare alle sorelle una speranza di futuro...
Girato tra la collina torinese e il 45° Nord, centro commerciale di Moncalieri, "Buio" si inserisce in un filone cinematografico rischioso ma riesce a distinguersi, pur nella sua povertà di mezzi, grazie a personaggi ben definiti e alcune soluzioni vincenti in scenografia e costruzione sonora.
05/05/2020, 16:00
Carlo Griseri