ALBERTO SORDI, UN ITALIANO IN TV - Su Rai3 il 21 giugno
Alberto Sordi è stato un personaggio unico nell'Italia del Novecento, anzi nell'Italia della democrazia, della Repubblica, del lungo dopoguerra di pace. A lui è dedicato il documentario di Enrico Salvatori in onda domenica 21 giugno alle 18.00 su Rai3 per il ciclo “Italiani”. E' luogo comune dire che è stato l'incarnazione dell'italiano medio, che la sua galleria di "maschere e tipi" in quasi 150 film e in mezzo secolo di carriera cinematografica è stato un trattato di storia italiana sul grande schermo. E' luogo comune perchè, in fondo, è stato lui a imporcelo e spiegarcelo.
Nato a Roma il 15 giugno 1920 in una famiglia semplice, fin da ragazzo Alberto Sordi le tenta tutte per dominare il "sacro fuoco dell'arte". La lezione del neorealismo del dopoguerra, e di Vittorio De Sica, che considera un modello di riferimento (e colui che lo fa debuttare in commedia con "Mamma mia che impressione" nel '50, senza buoni esiti, però), fanno sì che si esprima con il romanesco delle sue origini, contribuendo a fare del romano la lingua ufficiale del cinema italiano. Abbandona presto i modi farseschi del "compagnuccio della parrocchietta" radiofonico, e inizia quella galleria di personaggi che, sempre diversi, hanno però uno scopo: ironizzare sul carattere dell'italiano, un italiano dei "nostri tempi", attratto dal benessere, dalla ricchezza e dall'affermazione sociale, moralista e imbroglione, pavido con qualche eroismo. Quando compie 70 anni, nel giugno 1990, è ormai un personaggio del nostro immaginario: interviste, cicli, omaggi sul Sordi "che è stato". Con suo rammarico, perchè vuole ancora dirigere e recitare. L'ultima interpretazione la compie il giorno dei suoi 80 anni, quando il sindaco di Roma Francesco Rutelli gli porge la fascia del tricolore per farne "sindaco per un giorno". Tre anni dopo, 250mila persone partecipano ai funerali dell'attore, il 27 febbraio 2003.
20/06/2020, 08:52