VENEZIA 77 - "La Troisieme Guerre" contro un nemico (in)visibile
Un conflitto in cui nessuno è il nemico e tutti lo sono, in cui non c'è un fronte chiaro e definito e il pericolo può arrivare da qualsiasi parte e da qualsiasi persona. Oppure non arrivare mai: "
La Troisieme Guerre" di
Giovanni Aloi si muove a Parigi tra i soldati addestrati contro il terrorismo, sempre pronti (almeno in teoria) a sventare attentati provenienti da qualunque minaccia (si parla di 108 casi evitati in un anno, ma sono cifre non per forza attendibili, visto chi le dice nel film...).
Ci si concentra su un piccolo gruppo di soldati e sul loro sergente (una donna, con le inevitabili difficoltà - forse solo presunte - a farsi obbedire dagli uomini e a far convivere la sua femminilità corporea con il ruolo), tra "cazzeggio" da caserma ed esagerazioni da stress altissimo e costante: l'equilibrio è fragile, ogni avvenimento può diventare la miccia per esplosioni umane e fisiche.
Tanti personaggi visti solo in superficie, tranne forse il protagonista interpretato da
Anthony Bajon di cui viene mostrato qualche aspetto privato in più: la volontà di Aloi pare quella di non andare in profondità sul singolo ma di offrire un quadro di insieme di una realtà in parte fondamentale per l'equilibrio sociale nella quotidianità attuale ma che risulta (almeno a tratti) sovradimensionata per impegno ed energie impiegate.
08/09/2020, 08:25
Carlo Griseri