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VENEZIA 77 - "I Predatori"


Pietro castellitto, figlio di Sergio e Margaret Mazzantini, debutta con un film ambientato in una Roma dalla doppia personalità.


VENEZIA 77 -
Debutto alla regia per Pietro Castellitto, figlio d’arte, che dopo la laurea in filosofia ha deciso di mettere in scena un copione che aveva scritto a 22 anni, "I Predatori". Prodotto da Domenico Procacci per Fandango e da Rai Cinema, il film presentato in Concorso Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia, gode evidentemente dell’atmosfera respirata e vissuta in casa, della conoscenza dei meccanismi, delle leggi e delle persone che governano il cinema in Italia.

"I Predatori" racconta bene la storia di due famiglie che si incrociano per caso, i coatti di Ostia, nuovi fascisti sempre a caccia di denaro, e i progressisti del centro, ricchi e sempre a caccia di qualcos'altro. La fotografia delle due famiglie è accurata e anche lo svolgimento dei fatti segue uno spunto interessante e lo sviluppa in modo ricco, saltando sia nello spazio sia nel tempo per procedere nel racconto.

La spasmodica ricerca di uno stile personale, non copiato o mutuato da altri registi, trasforma il film in qualcosa di originale e di sensato, obiettivo che ogni esordiente dovrebbe avere al debutto e in seguito. Ma forse questa ricerca di personalità, tra riprese, montaggio e recitazione finisce per rendere poco fluida una storia ben costruita e che anche da sola sarebbe arrivata in porto senza problemi. Gli attori sono bravi e credibili nei rispettivi ruoli, con Giorgio Montanini che appare come una rivelazione di ritmi e intenzioni.

Un debutto ottimo nella scrittura e un po’ meno nella regia, anzi aggravato nel risultato della messa in scena dall’esigenza di allontanarsi da stili classici che evidentemente gli sembrano, a ragione, troppo familiari.

12/09/2020, 12:34

Stefano Amadio