Note di regia de "Radical Camp"
Una società narcisista e distopica del futuro, caratterizzata da xenofobia ed estremismo ideologico, è il teatro in cui viene stravolta la vita di due fragili adolescenti.
Il cortometraggio è la testimonianza di un vuoto identitario ed esistenziale, di una violenza giovanile, agita e ostentata nel web, una violenza attuata contro chi è percepito come diverso da sé.
In un mondo perverso caratterizzato da ideologia ultra-nazionalista, è fomenta la ricostruzione di confini volti a separare individui, popoli e nazioni.
In tale scenario, la protagonista, isolata affettivamente e socialmente, tenta, attraverso la prevaricazione, di dare un significato alla propria vita; prova inconsapevolmente a ricreare dei confini psichici interiori che diano forma alla propria identità, nel tentativo di non perdersi nella propria impotenza.
All’interno della storia, i paesaggi senza tempo della riviera adriatica diventano l’eco manifesta dello smarrimento interiore della protagonista e della sua anima persa e inascoltata che, sacrificata sull’altare dell’ideologia, trascende nella bellezza sacra e immobile del paesaggio costiero.
Sara Reginella