TORINO FILM FESTIVAL 38 - "Il Buco in testa" Fuori Concorso
Un bel film questo di
Antonio Capuano, vero, ricco di personaggi diversi e credibili, messi in scena con l’occhio attento di chi conosce la realtà e ha voglia di cercarla e raccontarla attraverso il cinema. "
Il Buco in testa" è un atto di chiusura del fenomeno della lotta armata, con l’incontro, dopo il carcere, del colpevole e della figlia della vittima.
Maria Serra è la figlia di un giovanissimo poliziotto ucciso nel 1977 dai manifestanti di estrema sinistra durate un corte con un colpo di pistola. Maria vive con la madre, muta da allora, e non ha mai conosciuto il padre, morto due mesi prima della sua nascita. Maria si porta dietro questo lutto, un macigno che trascina in tutti gli aspetti della vita. Quando scopre che l’assassino di suo padre è uscito dopo 30 anni dal carcere e vive a Milano, decide, dopo parecchie titubanze di andarlo ad incontrare e guardarlo negli occhi.
Ma il film di Capuano non è solo questo, perché Maria ha una sua vita molto particolare e seguirla, per arrivare a maturare la decisione di andare a Milano, arricchisce sia il suo personaggio sia l’intero film. La scuola, il rapporto con gli uomini, il suo passato e le vicende dell’amica del cuore, ma anche la relazione con la madre creano un contesto ricco per un racconto che sin da subito appare interessante e che il montaggio alternato rende pieno di fascino.
Teresa Saponangelo è brava e perfetta per il ruolo, di una bellezza inquietante come il personaggio, mentre
Tommaso Ragno è l’ideale ex estremista, assassino per caso e vittima anch’egli di un sistema che all’epoca aveva trasformato l’Italia in un campo di battaglia. Oltre a loro anche gli altri attori lavorano per il film e non per se stessi, ottenendo un effetto straordinario di ritorno di qualità anche nella singola interpretazione. Il film uscirà probabilmente, si sperà, nel 2021.
24/11/2020, 09:59
Stefano Amadio