CINEMA CHE VERRA' - Pensare al futuro tra sala e piattaforme
Durante un talk su Zoom organizzato dalla Vento&Associati in cooperazione con AGICI - Associazione Generale Industrie Cineaudiovisive Indipendenti e Cineuropa imprenditori, manager e rappresentati delle associazioni di categoria si sono confrontati sulle incognite che sta vivendo il settore cinematografico.
Sono stati tanti gli interventi che hanno sollevato interrogativi e riflessioni importanti sullo stato difficile che l’industria dello spettacolo ancora vive: l’apertura delle sale cinematografiche e teatrali sembra ancora lontana e l'impatto della pandemia Covid-19 sull'economia e sull'occupazione del settore in Italia ed in Europa è stato gravissimo ma allo stesso tempo il consumo di cinema e audiovisivo durante i lockdown è cresciuto esponenzialmente con l’utilizzo delle piattaforme streaming. Ma ovviamente questo non può bastare e allora quali sono le misure che il Governo dovrebbe attuare per salvare il futuro dell’audiovisivo in Italia? Comune a tanti è la poca soddisfazione riguardo gli interventi presi fino ad ora dal Governo come per
Carlo Fontana, Presidente AGIS e Confcommercio Cultura Italia, allarmato sul futuro della sala:
“Io oggi penso che, di fronte a dei dati di straordinaria gravità che vedono il consumo per l’acquisto di biglietti per spettacoli in generale da dicembre 2019 a settembre 2020 diminuita del 50%, continuando la politica della dicotomia tra sale chiuse e sale aperte si arrivi a smarrire il rapporto con il pubblico. Io sento la necessità di una strategia per lo spettacolo in tema di riapertura perché il processo del riavvio sarà molto difficile e complicato, credo sia giusto che il mondo dello spettacolo sappia che in che direzione il Governo intende muoversi. Come ci muoveremo quando riapriremo per non perdere il filo del rapporto con il gli spettatori? Lo streaming può essere un argomento aggiuntivo ma non basta. Il pubblico che frequenta le sale cinematografiche e i teatri non è giovane, è la verità, noi dobbiamo intercettare un nuovo pubblico, nuovi stimoli, nuove intercettazioni, fare un ragionamento anche sui linguaggi, un ragionamento sui prodotti. Io non credo che appena riapriremo una sala teatrale o cinematografica vedremo il pubblico a frotte, credo che dobbiamo fare un percorso che deve essere promosso dal ministero competente.”
Intanto per molti il lavoro va avanti in attesa della sala non accontentandosi solo delle piattaforme streaming e alcuni titoli già pronti forse potrebbero stimolare quel ritorno generale al cinema che secondo Fontana non è così scontato, come spiega
Luigi Lonigro, Presidente Distributori ANICA e Direttore 01 Distribution, Rai Cinema:
“Noi dovremmo ripartire da dove tutto si è fermato, il dovere dei presidenti delle associazioni è di mantenere i motori accesi, i produttori e gli autori hanno dimostrato con le loro scelte di credere nella centralità delle sale, moltissimi film italiani importanti sono pronti quasi da un anno e hanno preferito aspettare la sala e non andare sulle piattaforme, questo è un segnale importantissimo, il cinema in sala è vivo, molti spettatori chiedono di poter tornare al cinema e noi ci faremo trovare pronti nei tempi consentiti e nel miglior modo possibile”.
Un messaggio ottimista in un periodo di incognite che vede film molto attesi come “Diabolik” dei Manetti Bros, “Freaks Out” di Gabriele Mainetti, “Tre piani” di Nanni Moretti, solo per fare qualche esempio, fermi ai blocchi di partenza, che “resistono” per amore del grande schermo.
13/01/2021, 16:17
Caterina Sabato