Note di regia di "The Favelas Games"
Rio de Janeiro per la sua storia e per le sue condizioni geografiche rappresenta un modello con cui osservare la disputa aperta in moltissime altre metropoli. Un modello ben in vista considerando i gli eventi sportivi che la vedono sempre protagonista: Giochi Panamericani (2007), Coppa Confederazioni (2013), Mondiali di Calcio (2014) e Olimpiadi a Rio (2016).
Una metropoli quella brasiliana, in continua tensione e trasformazione. Una tensione che si mostra in modo tangibile nei numeri della disuguaglianza sociale. Da una parte tante, tantissime persone che raggiungono la metropoli alla ricerca di un lavoro e di condizioni di vita migliori. Dall’altro un modello di città che sembra non volerle accogliere, e che vuole invece offrirsi al mercato internazionale come un qualunque altro prodotto: seducente, sicuro, globale, ricco.
Con la sua immagine di Cidade Maravilha, nel suo racconto più positivo di sviluppo e crescita economica, ripulita dai disordini e dalla povertà Rio cerca ogni espediente per nascondere la Favela, simbolo tanto centrale quanto contraddittorio della città
stessa.
L’organizzazione dei mondiali di calcio è oggi solo un argomento in più per il perpetrarsi di un disegno politico che dura da quasi un secolo: la negazione del diritto alla casa e al diritto di fare parte della città ad una parte dei suoi cittadini, quelli più poveri.
Sin dalla sua stessa nascita la Favela è stata gestita in maniera contraddittoria. Se da un lato la costante necessità di manodopera ha fatto sì che si tollerasse e favorisse questa forma di sviluppo abitativo, dall’altra le Favelas hanno da sempre subito distruzioni, ricostruzioni, imposizioni dall’alto, in un tira e molla che non ha mai permesso di consolidare e normalizzare le condizioni abitative e sociali dei suoi abitanti.
Manodopera a basso costo e ad alto impatto sociale quindi. Gli abitanti di Rio, le loro storie e la riorganizzazione metropolitana che li riguarda sono come una finestra che ci offre un punto di vista che potremmo dire panoramico su una questione che riguarda tutti: Cosa significa perdere una casa? Cosa consideriamo la “nostra casa” e fino a che punto o come possiamo difenderla?
Jorge, con la sua storia, ci guida in questo percorso!
Paolo Marelli e
Lorena Atteret