Note di regia di "Far Far Away..."
Far, Far Away… rappresenta, come sottinteso dal titolo, la lontananza e l’incomunicabilità che a volte regna fra l’uomo e la donna, protagonisti non a caso della nostra storia. La differenza di genere può essere un gap davvero difficile da superare per alcuni, soprattutto in giovane età, quando si sente di poter essere avviati alla vita solo quando si è la metà di qualcosa, una parte del tutto e non una singolarità compiuta. Così non è ovviamente, ma questo ci porta alla ricerca incessante di quel qualcosa (o qualcuno) che anche se è lì, vicino a noi, a volte può sembrarci davvero molto, molto lontano…
Mi piaceva l’idea di parlare di questo, e mi piaceva l’idea di farlo con la chiave di volta della Favola ribaltata in salsa ironica: una presa in giro del determinismo fisiologico che porta ogni fiaba all’inevitabile archetipo del “…e vissero felici e contenti”.
Mi sono chiesto: Nella vita reale esistono davvero i prodi cavalieri senza macchia e senza paura? E le nobili donzelle in difficoltà? O è più facile trovare il contrario? Persone piene d’ansie alla semplice idea di un primo incontro. Spaventate da lunghi silenzi imbarazzanti e sorrisi di circostanza quasi come fossero draghi malvagi che non sempre si trova la forza di affrontare.
Persone impauriti all’idea di non poter mai arrivare al loro personale “felici e contenti”.
Marcello Vitiello