TAORMINA FILM FEST 67 - "Occhi Blu" di Michela Cescon
Lunghe camminate, grandi sguardi in una Roma geometrica ma confusa, perduta e senza sentimenti, dalla Pantanella alla Vela di Calatrava, dal Colosseo al Ponte Spizzichino.
A bordo di potenti scooter un rapinatore tiene in scacco la polizia, autore di oltre trenta rapine. La polizia romana, diretta dal commissario interpretato da
Ivano De Matteo, tra incapacità e pigrizia tutta capitolina, non riesce a capire che si tratta di una donna fin quando non arriva in aiuto l’amico ex poliziotto francese che ne sa una più del diavolo. Con tre foto e una lista di bikers femmine, capisce di chi si tratta e da quel punto si apre la caccia alla criminale.
Michela Cescon debutta alla regia con un noir dalle atmosfere visive e musicali, dove la macchina da presa arriva dopo, a cose fatte: come fosse la polizia. L’aspetto “action” sembra non interessare, o forse costa troppo, e allora non vediamo una rapina, non c’è un’auto della polizia (solo il rumore di sirene fuori campo), c’è un solo breve inseguimento tra alcune moto che immancabilmente si conclude in uno spettacolare incidente… che non vediamo (ma sentiamo). Piccoli escamotage per risparmiare, ma anche per giustificare trenta rapine trenta, in un momento storico in cui il calo di questi reati è in caduta verticale, grazie alle nuove tecnologie, come telecamere, indisponibilità di contanti e sistemi di sicurezza affidabili che puntano sulla prevenzione. Rapinare non è più così facile e non mostrare le rapine, ma raccontarle a parole, non può essere la soluzione per renderle possibili.
Rapine, denaro, fughe pericolose preparate disegnando grandi mappe della città… perché?
Il personaggio dalla doppia vita interpretato da
Valeria Golino è lì a rischiare il carcere, se non di peggio, senza alcuna motivazione specifica. Una vendetta, un rimorso, bisogno disperato di soldi, la follia esplosa dopo una vita di routine… apparentemente nulla. E questo nulla non è in grado di trasmettere la giusta empatia, o antipatia, indispensabili per farci affezionare al personaggio e alla storia.
Le frasi bisbigliate, i primissimi piani, il non detto, i movimenti di macchina non bastano a dare un’anima al film che appare principalmente privo di una sceneggiatura adeguata e credibile, una solita, poco coraggiosa miscela tra film d'autore e film di genere.
Valeria Golino fa il meglio che può; è lì con il casco nero alla guida di uno scooter truccato velocissimo. E ci viene il sospetto, e il timore, che sia veramente lei alla guida a 200 chilometri orari. Per risparmiare.
30/06/2021, 20:00
Stefano Amadio