Note di regia di "Takeaway"
Questa è una storia di doping, frutto della fantasia, che al suo interno contiene frammenti di moltissime storie di doping, vere e documentate. Il doping come sappiamo è un tema delicato, poco trattato, spesso con i toni dello scandalo, demonizzando o minimizzando i risvolti, facendo anche entrambe le cose contemporaneamente. “Takeaway” intende focalizzare il dibattito su questo fenomeno con delicatezza e umanità, concentrandosi sui rapporti umani che ci stanno dietro, sulle storie e le motivazioni dei personaggi, che seguono uno schema spesso comune a molti atleti e giovani che si avvicinano allo sport, sulle origini e sui moventi, sugli effetti psicologici e fisici che ne conseguono. Il doping non è altro che una vivida e cruda espressione della società e delle aspettative in cui viviamo, e la questione posta al centro non è che doparsi sia sbagliato, o che al contrario si è costretti a farlo perché tutti lo fanno. La questione è: sappiamo dov'è il limite di questa “droga”? Sappiamo se c'è un limite a questa droga? Perché, a prescindere dalla “sfortuna” di venire beccati o meno, il vero problema è che fino ad un certo punto ci sono più benefici che danni nel doparsi. La relazione è triangolare, quasi un classico che però trova originalità nella sua natura e nel gap generazionale degli attori. Perché mentre tra Maria-Antonelli, una giovane atleta che pensa di meritare di più nella sua vita, e Johnny-De Rienzo, una specie di preparatore atletico caduto in disgrazia che assieme ai genitori di lei convince la ragazza a doparsi, si tratta di una relazione a tutti gli effetti che colpisce per essere fin troppo carnale a volte, vista la differenza di età. Tra Maria-Antonelli e Tom-Reggiani un ex atleta il cui passato è onnipresente nella sua costante lotta ‐ con problemi fisici e mentali, quali impotenza e desiderio di vendetta mai veramente compensato, la relazione vive il paradosso di essere un tradimento della precedente, che vorrebbe essere una liberazione ma non può essere altro che un tradimento platonico. Per “Tom” il peso del passato è l'ostacolo che deve superare. Per Maria invece l’ostacolo è il futuro. Un futuro che si rivela essere un sogno di successo nel mondo dello sport. Il risultato è un dramma con molti contrasti acuti, e a tratti anche sarcasticamente malinconici. Che cos'è il successo? Quanto siamo disposti a fare per ottenerlo? Le persone stabiliscono obiettivi sempre più alti, e per questo si sentono poi più piccole e più sole. Non ci sono vittime e carnefici in questa storia, tutti sono un po’ entrambi, tutti accecati dal desiderio di emergere. Non c'è accusa al mondo dello sport, o alla sua spregiudicatezza, ma non c'è neanche assoluzione. Ci sono solo le persone che devono trovare il tempo per restare sole con se stesse e valutare cosa sia davvero meglio per loro, quali siano i grandi obiettivi, quali i piccoli successi, e cosa sia più importante.
Renzo Carbonera