FESTA DEL CINEMA DI ROMA 16 - "Anni da Cane"
Stella sta per compiere 16 anni ma è convinta di averne 112 perché conta i suoi anni come quelli dei cani. Per questo motivo crede di avere poco tempo a disposizione e decide di stilare una lista di cose da fare prima di morire aiutata dai suoi migliori amici Nina e Giulio. Tra queste cose c’è quella di fare sesso ma senza nessun tipo di trasporto emotivo, salvo poi incontrare Matte, un ragazzo timido e dolce, che scombinerà i suoi piani.
Dopo "
Il padre d’Italia"
Fabio Mollo torna a raccontare in “Anni da cane” un personaggio fuori dagli schemi, rinchiuso in un mondo tutto suo che cerca di aprirsi agli altri, questa volta in un “young adult”. Qui è Stella, interpretata dalla talentuosa
Aurora Giovinazzo, che tenta l’impresa prima della sua “imminente” morte, con ironia, un pizzico di follia ma anche tanta paura. Quella che la pietrifica dopo aver vissuto un evento traumatico ma alla quale ha deciso di rinunciare. “Se sei la prima a pensare di non farcela gli altri la penseranno come te”, le dice Giulio, incoraggiando in questo modo Stella a spuntare tutti i punti della sua lista, anche quelli più assurdi, e innescando una serie di eventi esilaranti e tragicomici.
Lo stile del film, giovanile e accattivante, con la protagonista che guarda in camera coinvolgendo ancora di più il pubblico nelle sue rocambolesche e divertenti situazioni, ricorda molto quello di un recente successo italiano, ovvero “Sul più bello” di
Alice Filippi, a sua volta chiaramente influenzato dal cult francese “Il favoloso mondo di Amélie”. Ma come nel caso del film della Fillippi,
Fabio Mollo racconta con leggerezza e originalità un disagio, così l’ossessione di Stella per i suoi anni da cane si rivela una metafora dell’ansia sociale che la attanaglia, degli attacchi di panico che la tormentano e che fanno soffrire anche la madre, fissata con i tarocchi, e la sorella maggiore, pratica e razionale, che non sono capaci di aiutarla. I brevi flashback ci rivelano gradualmente la causa del suo malessere, tra i momenti più toccanti del film.
Un modo di raccontare il dolore non in maniera ricattatoria e melodrammatica ma attraverso una commedia dall’umorismo brillante che ci mostra la quotidianità di una “sopravvissuta” che si rifugia nella fantasia, seppur macabra perché legata al giorno della sua morte, che la spinge ad andare più veloce, a bruciare le tappe per vivere il più possibile.
Un ottimo esordio per la prima produzione Amazon Original Italia che vede anche la partecipazione del cantante
Achille Lauro e di Valerio Mastandrea.
19/10/2021, 11:08
Caterina Sabato