FESTA DEL CINEMA DI ROMA - "A Casa Tutti Bene" la Serie
Torna la famiglia Ristuccia lontano dall’isola che l’aveva vista protagonista nel film di
Gabriele Muccino del 2018, stavolta la vediamo a Roma alle prese con la vita di tutti i giorni: Pietro e Alba gestiscono da 40 anni il ristorante San Pietro, uno dei locali più rinomati della capitale. Con loro i figli Carlo e Sara, mentre il terzo, Paolo, ha scelto una vita diversa in Francia. In occasione del 70esimo compleanno di Pietro la famiglia intera si riunisce, zii, cugini, nipoti e Maria, la sorella del festeggiato. Sarà proprio in questa occasione che le tensioni familiari fino a quel momento tenute a bada esploderanno senza controllo e niente sarà più come prima. Muccino torna quindi a raccontare nel suo stile inconfondibile la famiglia, un microcosmo che protegge ma nello stesso tempo soffoca, tra crisi di coppia, duri scontri e segreti inconfessabili.
“L’idea dai fare una serie su “A casa tutti bene” è partita mentre giravo il film, ne parlavo con gli stessi attori”, ha dichiarato Gabriele Muccino, “quindi prima ancora che fosse un successo, perché sentivo una forza in questi personaggi così inarrestabile che davvero era un peccato lasciarli sull’isola. È stato poi infattibile girarla con il cast originario e ho pensato di scegliere un cast che avesse la capacità di non essere paragonato ma di ricreare quel mondo con la stessa forza e capacità empatica dell’originale. Era una grande scommessa”.
Una serie, un family drama in otto episodi tutti girati da Muccino, che come in ogni reboot scava ancora di più nei personaggi e approfondisce situazioni che nel film erano magari state lasciate sullo sfondo in un finale aperto:
“Il film finiva in un mondo tranciante e pessimistico”, ha continuato il regista, “finiva con “un’evacuazione” dall’isola, era una fine che era una fuga, per cui avevo voglia di sapere come sarebbe stata la loro vita di ritorno a Roma”.
Il linguaggio e le dinamiche sono sempre “mucciniane” con gli immancabili personaggi sull’orlo di una crisi di nervi, discussioni urlate ed esasperate, dinamiche familiari tossiche, rapporti mai risolti e passioni travolgenti che, come affermato da
Silvia D’Amico, che interpreta Sara, “è tipico dell’uomo e della donna “mucciniani”, che vivono con una “centrifuga” sempre attiva di emozioni, di paure, di gioie, è un modo di stare al mondo, per loro non esiste gioia e dolore, è tutto insieme”.
A questi “classici” elementi nella serie Sky si aggiunge anche il crime, un genere non ancora esplorato dal regista romano. La prima puntata, infatti, semina indizi su un terribile segreto che coinvolge Pietro e Alba:
“Il crime è un genere che mi ha sempre intrigato e che avrei voluto fare da tempo, sulla carta era molto pericoloso ma devo dire che alla fine ha funzionato molto bene. Però protagonista è sempre la famiglia. Se la famiglia avesse una possibilità di coesione e di un’unità di intenzioni e di intenti, e l’armonia fosse il comun denominatore, vivremmo in una società senza conflitti. Per questo motivo io non smetterò mai di raccontarla, perché in essa ci sono tutte le declinazioni, dalle più scure alle più lievi, c’è il dramma”, ha concluso il regista.
21/10/2021, 18:54
Caterina Sabato