Note di regia di "Fuorimano"
Risiedo qui dall'agosto del 2002 e il mio punto di osservazione è sicuramente privilegiato: essere in una zona di contatto e di partecipazione, mi ha permesso di raccogliere molti episodi di
trasformazione e visioni poetiche, vivendoli personalmente nella mia esperienza quotidiana. Mi sono chiesta se questi attori sociali, al di là delle loro diversità, condividano una sorta di comune denominatore che va oltre al basso costo economico degli affitti, se sia una sorta di equilibrata anarchia non dichiarata che placa la violenza e permette una fragile ma intensa armonia, e se questa sia determinata semplicemente dalla responsabilità di tutti. Ho iniziato così, stimolata a registrare numerosi episodi su diversi livelli, spendendo diverso tempo con i soggetti, integrandomi nel contesto del momento in modo da condizionare il meno possibile l'azione, ma a volte riprendendo
"a freddo", provocando così la reazione diretta del soggetto o dei soggetti. Ho cercato con il montaggio di dar voce ad alcuni aspetti poetici ma non per questo meno importanti, ma anche a interviste più mirate, considerando che la maggior parte degli episodi che accadono non possono essere registrati tout court sia per l’imprevedibilità con cui avvengono, sia per la delicatezza dei contenuti.
Le riprese, raccolte in 19 anni di contatto partecipato e vita condivisa, si alternano seguendo un ritmo definito da combinazioni visive e sonore con velocità molto irregolari tra loro. Il montaggio esplode in narrazioni su livelli diversi dal punto di vista formale, compositivo, cromatico, razionale
e irrazionale. Quell’ “anarchia armonica” che viene mostrata nel film ho cercato di mantenerla anche come struttura narrativa, come scansione ritmica, come dispositivo narrativo.
Marta Dell'Angelo