Note di regia de "La Custodia"
Descrivere un viaggio è una delle cose più usuali che può capitare. Visitare posti nuovi, scoprire le usanze locali, immortalarsi con un selfie davanti ad un monumento, portare qualche ricordo, scrivere un diario. Ma questo viaggio è diverso: molto pericoloso, senza posto assegnato di prima o seconda classe, senza orario di arrivo e soprattutto la certezza della destinazione . Un viaggio molto costoso per le famiglie che si indebitano a favore delle organizzazioni criminali, per strappare i propri cari da guerre e carestie, reclamando il diritto che ogni essere umano ha del proprio futuro.
La trasfigurazione de LA CUSTODIA rappresenta un viaggio in un pianeta, forse la terra o forse no, sospeso paradossalmente tra un passato di grandi civiltà e monumentali vestigia e un futuro distopico desolante e desertificato, ma dove si parla drammaticamente di un presente e cioè di quelle popolazioni costrette a fuggire dalle proprie terre e di migliaia di minori strappati ai loro affetti per essere abbandonati al proprio destino. È una favola senza lieto fine se non quello della speranza, dove LA CUSTODIA di Fadi non è certo la lampada di Aladino con il suo genio che esaudisce desideri, ma quello scrigno magico che racchiude la sua anima, la sua arte e la voglia di diventare un violinista. Una musica, un’armonia dove non occorre lo strumento per suonarla poiché viene da dentro e come una lunghezza d’onda della coscienza, questa può essere captata da chi sintonizza e ha voglia di ascoltarne il suono.
Maurizio Forestieri