Note di regia di "Chi la fa l'Aspetti"
L’idea di partenza era scrivere una storia ispirata a “Il piccolo scrivano fiorentino” del Libro Cuore, aggiungendo un elemento innovativo, che in questo caso è racchiuso nello stesso titolo. Infatti “Chi la fa l’aspetti” evoca una vendetta, fare qualcosa di male a chi ha fatto qualcosa di male. In questo caso, il famoso detto vale a fin di bene (come recita anche il sottotitolo che abbiamo deciso di aggiungere alla fine del film), infatti la ragazza che si era sacrificata in silenzio per la sua amica, quando ha la possibilità di vendicarsi non lo fa e a fronte di questo comportamento positivo le torna un evento altrettanto positivo, ossia il fatto di essere selezionata anche lei al concorso di Comics. Abbiamo puntato su intrecci temporali che alternano il momento in cui Helena entra in casa per restituire le chiavi, con i diversi flashback che ricostruiscono ciò che è successo nei giorni precedenti. A livello registico ci sono diversi elementi caratterizzanti che ho voluto inserire, tra cui il tempo che passa veloce mentre vediamo Dahlia che dorme, alternato al tempo normale quando vediamo Helena che disegna al posto dell’amica, con un unico piano sequenza che mostra in poco più di un minuto, ciò che accade in 3 ore e l’atmosfera che all’inizio del film induce a credere che la ragazza abbia cattive intenzioni, con carrellate che non la mostrano mai in volto, il dettaglio della chiave a mo’ di arma e una carrellata che passando sotto un tavolo sale fino a scoprire le due amiche.
Fabrizio Fazio