Note di regia di "Headin'home"
Ognuno è giusto che abbia la possibilità di tentare la fortuna altrove, lontano o vicino dalla propria casa. Ed è proprio durante il tragitto, mentre ci si allontana dalle proprie radici, che
scopriamo realmente chi siamo e per qualche ragione è come se rinascessimo. Con questa idea ci siamo approcciati a Headin’ Home per raccontare la storia di una band interamente composta da artisti abruzzesi che però fonda le proprie radici musicali in un genere che viene da lontano: il blues. Per questo credo che il documentario racconti in qualche modo una storia di emigrazione musicale: artisti abruzzesi che si esprimono attraverso sonorità lontane dalla tradizione italiana pur raccontando, nei loro testi, storie di personaggi di provincia. E anche in questo la connessione con Jhon Fante e la sua raccolta (Dago Red appunto) ha rafforzato la volontà di procedere nella narrazione come stessimo viaggiando, ma per tornare verso casa. E in questo viaggio conosciamo l’evoluzione musicale della band attraverso un repertorio video e fotografico raccolto in vent’anni di attività, festeggiati proprio nel 2019. Concerti, tour europei e filmati delle registrazioni in studio aiutano a far comprendere quanta cura e ricerca ci sia dietro la musica della band, oltre a sottolineare quanto il tempo sia in grado di mutare la realtà e di contaminare l’espressione artistica. E questa contaminazione aiuta a riflettere su noi stessi, a mettere in dubbio chi siamo e chi vogliamo essere. Questa riflessione genera una vera e propria rinascita che nel film è contraddistinta dalla pubblicazione di “Cicada”, ultimo immenso lavoro discografico dei Dago realizzato in 4 anni.
Silvio Laccetti