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VENEZIA 79 - "Come le tartarughe" a Biennale College


L'esordio alla regia dell'attrice - qui anche protagonista - Monica Dugo avviene all'interno del progetto Biennale College


VENEZIA 79 -
Ci si affeziona facilmente ai film di Biennale College, progetto della Biennale di Venezia che nel 2022 compie 10 anni e raggiunge i 60 film prodotti, tutti con specifiche precise (un anno di lavorazione massimo, 150.000 euro di credito garantito dalla Mostra). Avviene anche nel caso di "Come le tartarughe", esordio alla regia dell'attrice - qui anche protagonista - Monica Dugo.

Al centro della storia una madre di famiglia, borghese e romana, alle prese con una figlia adolescente e un figlio ancora bimbo, un marito medico (fa le autopsie) che sembra sempre più distante e che un giorno sparisce proprio dalla loro vita, per curare la sua depressione. La reazione della donna è spiazzante, per tutti: si chiude all'interno dell'ampio armadio che aveva appena fatto costruire, e inizia a vivere lì dentro.

Nella sua "corazza" (come le tartarughe, per l'appunto) lei ritrova la pace, o quantomeno evita di impazzire. Ma il peso della quotidianità così ricade tutto sulle spalle dei figli, in primis ovviamente su quelle della maggiore, interpretata con partecipazione da Romana Maggiora Vergano. Dividersi tra scuola e tennis, impegni vari e tentativi di riconciliare i genitori, la distrae dalla sua vita privata e dal fidanzato (un sempre efficace Francesco Gheghi) e rischia di fare implodere anche lei...

Un pizzico di surrealtà, qualche momento divertente, alcune concessioni che si fanno volentieri (la questione "bagno" non è mai contemplata...): nonostante qualche cameo buttato via (come l'apparizione di Corrado Barazzutti) e un ritmo che a volte si perde un po', "Come le tartarughe" è un piccolo film, che sa come emozionare e come farsi ricordare.

03/09/2022, 00:26

Carlo Griseri