RAGAZZACCIO - Tutti a casa! Tra Covid e bullismo
Bullismo e Covid. Detta così, sarebbe la formula perfetta per far allontanare chiunque. Invece "
Ragazzaccio" di
Paolo Ruffini si rivela forse il miglior prodotto audiovisivo ambientato durante la chiusura del 2020 ad esser stato realizzato e presentato (non sempre le due fasi procedono insieme).
Il film racconta, dal giorno "1" del lock down, la vita casalinga di uno studente con problemi personali e di comportamento, della sua classe, dei suoi professori e della famiglia. Tutto si mescola con grande fluidità, senza quella pesantezza che abbiamo visto spesso accompagnata dalle immagini di repertorio dei tg (pochissime nel film) o alle dichiarazioni di Ministri ed esperti. C'è una casa e l'intimità di una famiglia, per fortuna non c'è la retorica del disastro ma il Covid è strisciante e lontano, finché non arriva in casa e ci tocca direttamente, dandoci quella lezione che servirebbe più spesso a noi italiani.
Dai riquadri delle lezioni in Dad vediamo gli studenti e i professori, tutti con i loro problemi personali che sembrano ingigantiti dalla distanza, dalla connessione virtuale o forse dalla fragilità del proprio privato, primo piano impietoso o salotto vissuto che sia.
Ed è qui che il "ragazzaccio" Mattia tocca il fondo e riesce, con la bullizzazione di un compagno disabile, a conquistarsi l'attenzione di tutti i media. Arriva finalmente la condanna unanime alle sue pessime azioni, ma non basta, serve altro per farlo cambiare. Sempre attraverso il pc, conosce meglio il suo professore di lettere e soprattutto una compagna molto diversa da lui che lo porterà a riflettere e a cambiare.
Paolo Ruffini scrive e dirige con accortezza e tanta libertà questo film semplice nella realizzazione ma complicato nelle intenzioni, bilanciando al meglio gli ingredienti e utilizzando gli interpreti,
Massimo Ghini in testa, con grande efficacia.
02/11/2022, 16:28