Note di regia di "Comunisti"
Comunisti è un film che racconta di uno spaesamento, mio e di molti della mia generazione, rimasti a metà tra quello che ci è stato raccontato e quello che viviamo oggi. È la storia di un’eredità politica ma anche e soprattutto emotiva, che i miei genitori lasciano a me, dentro una scatola piena di album di famiglia e VHS, e che la Storia con la S maiuscola lascia a quest’epoca. Seguendo la linea cronologica del sogno comunista, attraverso gli archivi pubblici e quelli privati della mia famiglia, capaci di attraversare cinque decenni di storia, immerso tra le macerie in cui io e la mia generazione ci troviamo a vivere, provo a capire chi sono stati i miei genitori prima che io nascessi, che cos’era quel sogno così importante per loro, chi sono diventati da quando sono nato io e chi siamo stati insieme. Ma soprattutto provo a capire qualcosa in più di me. Di cosa ci facciocon i pezzi di quel sogno che mi sono rimasti sulle spalle, che pesano, che in un mondo che va esattamente dalla parte opposta spesso mi fanno sentire fuori posto. Un buco nel muro diventa così metafora di costruzione; Paola, la mia compagna, un partner perfetto di scontro e riflessione sul nostro presente e sul nostro futuro. Ho deciso di fare questo film nel momento in cui mi sono detto che questa eredità mi riguardava e che era arrivato il momento di farci i conti. Perché se, come dicono molti, a trent'anni bisogna iniziare a costruire, io penso che prima di iniziare a costruire c’è da capire chi si è. E se non posso essere comunista, allora devo capire che cosa voglio e posso essere. Che vita voglio?Che mondo sogno?
Davide Crudetti