Note di regia de "I sogni abitano gli alberi"
Una volta scattai una foto.
Fu solo uno scatto ingenuo e “rubato” di una donna che si chiamava Anja che viveva in un paesino aggrappato in cima a una montagna dell’Appennino Toscano. Anja uscì dal manicomio grazie alla legge Basaglia del 1978, e anche grazie alle lotte genuine di Psichiatria Democratica, che attraverso il loro movimento di liberazione del malato dalla segregazione manicomiale, riuscì a fare approvare una legge rivoluzionaria per l’epoca.
La vita di Anja cambiò radicalmente, non solo perchè ritornò a casa dai propri cari, ma soprattutto perché incontrò Libero, il “matto del paese”, dando vita a una struggente storia d’amore che doveva innanzitutto lottare, anche li, contro la violenza psicologica dello stigma e del pregiudizio presente non solo nella famiglia di lei, ma anche nelle “istituzioni conservatrici”. Purtroppo questa forma di violenza psicologica è ancora oggi presente nella mente delle persone, e spesso anche nelle istituzioni. Quindi una delle ragioni di questo film è anche quella di scavare nel sentimento controverso che spesso proviamo dentro la nostra vita con chi riteniamo “diverso” da noi.
Marco Della Fonte