BALKAN FILM FESTIVAL 2022- Si chiudono sei giorni di evento
Il
Balkan Film Festival in questi ultimi sei giorni ha riempito la Casa del Cinema di Roma di tantissimi eventi che hanno permesso al pubblico di scoprire una parte della cultura e della cinematografia Balcani.
Nel corso della settimana sono stati visionati dodici film appartenenti alla rassegna di quest’anno:
- “As Far As I Can Walk” di Stef Arsenijević (Serbia);
- “Vera sogna il mare” di Kaltrina Krasniqi (Kosovo);
- “Reconciliation” di Marija Zidar (Slovenia);
- “Sisterhood” di Dina Duma (Macedonia del Nord);
- “Looking for Venera” di Norika Sefa (Kosovo);
- “The Albanian Virgin” di Bujar Alimani (Albania);
- “Darkling” di Dusan Milic (Serbia);
- “The city and the city” di Christos Passalis e Syllas Tzourmerka (Grecia);
- “Bad Luck Banging or Loony Porn” di Radu Jude (Romania);
- “Murina” di Antoneta Alamat Kusijanovic (Croazia);
- “Women Do Cry” di Mina Mileva e Vesela Kazakova (Bulgaria);
- “Not So Friendly Neighborhood Affairs” di Danis Tanovic (Bosnia ed Erzegovina).
Oltre alla proiezione di questi dodici film e di altri sei film non in concorso, numerosi eventi hanno offerto tantissimi stimoli di riflessione e il dialogo in sala.
Tra gli interventi più riusciti non si può non citare quello di apertura Festival che ha visto ospite la regista Jasmila Zbanić, Orso d’oro alla Berlinale del 2006 e candidata agli Oscar nel 2021 che, insieme al presidente dell’Anac Francesco Ranieri Martinotti, ha parlato delle linee emergenti del cinema balcanico e degli orrori della guerra. La regista ha poi ricevuto da Antonio Falduto il Premio UNIMED alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Durante la seconda giornata di festival si è riflettuto sul tema della condizione femminile mettendo a confronto un film italiano “Una femmina” di Francesco Costabile e un film Kossovaro “Vera sogna il mare” della regista Kaltrina Krasniqi. Krasniqi, presente in sala, ha dialogato con Mimmo Calopresti proprio a proposito della condizione femminile, spiegando come ha realizzato il suo film e come ha costruito la protagonista.
Giornata centrale della quinta edizione è stata quella del primo dicembre che ha offerto a giovani italiani e balcanici la possibilità di dialogare tra loro raccontando, attraverso esperienze personali, perplessità e punti di forza delle coproduzioni. L’opportunità delle coproduzioni è stata molto importante e sottolineata spesso all’interno di ogni giornata di festival in quanto aspetto fondamentale per i giovani talenti balcanici senza il quale sarebbe quasi impossibile emergere nel mercato europeo e internazionale o anche solo ottenere i fondi necessari per realizzare e distribuire i loro film.
Tantissimi gli ospiti che hanno aderito a questa iniziativa, sia durante il workshop che si è tenuto in mattina che durante il panel pomeridiano moderato da Luisa Chiodi, direttrice dell’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa. Tra gli altri, Giuseppe Massaro e la sua collega Lacagnini del progetto Europa Creativa, il regista albanese Jonid Jorgji, il produttore kossovaro Arben Zharku, il direttore del North Macedonian Film Center Bojan Lazareski, il regista sloveno Gregor Bozić, le film commission calabrese e pugliese, Serena Alfieri della Vivo Film, Ines Vasiliević della Nightswim, Barbare Meleleo della Clipper Media, Giovanni Saulini della Magda Film, il regista bosniaco Ado Hasanovic, la regista della macedonia del nord Dina Duma, la regista kossovara Norika Sefa, il regista italiano Antonio Romagnoli.
Il festival ha poi dedicato un omaggio a Théo Angelopoulos a dieci anni dalla scomparsa. Al tributo hanno partecipato Alberto Crespi e Amedeo Pagani, grande amico del regista e produttore di diversi suoi film.
Durante l’ultima giornata si è tenuto un focus sulla Bosnia ed Erzegovina presieduto da Mimmo Calopresti, dalla regista Barbara Cupisti e dalla giornalista Azra Nuhefendić. Durante l’incontro si è riflettuto sulla guerra che ha colpito l’area bosniaca dal 1992 al 1996 sottolineando parallelismi e differenze con quella che colpisce attualmente l’area ucraina.
La giuria ha infine deliberato e consegnato i premi nelle categorie “Miglior Attore”, “Migliore Attrice”, “Miglior regia” e “Miglior Film”.
- Il premio “Miglior attore è stato assegnato a Ibrahim Koma per la sua interpretazione straordinaria nel film “As Far As I Can Walk”. La giuria ha definito il lavoro di Koma come “profondamente efficace e in grado di rendere visibili le invisibili emozioni e i dilemmi dell’odissea migratoria”;
- Il premio “Miglior attrice” è andato alle kossovare Kosovare Krasniqi e Rozafa Celaj la cui interpretazione nel film “Looking for Venera” è stata giudicata “in grado di esprimere la fragilità e la forza di due giovani donne all’interno della società kossovara altrettanto giovane, combattuta tra i valori della tradizione e la modernità”. Il premio è stato consegnato all’ambasciatrice del Kosovo che era presente in sala;
- Il premio “Miglior regia” è stato assegnato alle registe del film “Women Do Cry”, Vesela Kazakova e Mina Mileva la cui regia ha offerto “uno sguardo nuovo su una comunità di donne. È intriso di immenso affetto per i suoi personaggi in una storia che intrattiene continuamente lo spettatore con le sue sorprese vivide e insieme convincenti”.
- Il premio “Miglior film” è stato assegnato a Radu Jude, regista di “Bad Luck Banging or Loony Porn”. La scelta è ricaduta su questa pellicola in quanto la si è ritenuta “Un racconto importante della realtà in questo momento, vista attraverso ogni forma cinematografica, dal video porno familiare, passando per il documentario, fino al fantasy”. Il premio è stato consegnato al CEO della Lucky Red, Andrea Occhipinti, produttore e distributore del film.
05/12/2022, 17:44