Note di regia di "Shake - Shakespeare in Teen"
Shake è una serie basata sull’ Otello di Shakespeare. Ma è un teen - drama invece che una tragedia. Personaggi iconici come Otello, Desdemona, Iago sono trasformati in sedicenni e diciassettenni. Non è ambientat a nella Venezia del XVII secolo, ma nella Roma di oggi. Interpretare Shakespeare in chiave televisiva, contemporanea e coming of age è una sfida emozionante. Per quanto il testo originario sia di altri tempi, i temi rimangono universali: gelosia, amore, tradimento. L’adolescenza non fa altro che rafforzarli, raccontando una storia di scop erta, formazione, crescita. Lo sguardo in Shake è quello dei giovani protagonisti, e in quanto tale si esprime con un tono organico, leggero, realista. Le reference sono altre serie teen, ma anche film come Skate Kitchen di Crystal Moselle, Water Lilies d i Céline Sciamma, American Honey di Andrea Arnold. L a maggior parte della musica è elettronica soft della nostra composer Ginevra Nervi, con il fine di tingere anche le situazioni più mondane con un senso di sospensione, riflessione, introspezione . Non ma ncano poi le tracce musicali di vari artisti moderni come Fred Again, Ditonellapiaga e Cmqmartina, giovanissima cantautrice che ha firmato la canzone originale della serie, Il silenzio. L’aspetto character - driven della serie è unico e molto forte, espresso a livello sia narrativo che visivo: ogni episodio segue la prospettiva di un singolo personaggio, rivelando man mano nuove sfumature in scene già viste dagli occhi non solo di Thomas (Otello), ma anche di Bea (Desdemona) e Gaia (Iago). Non serve conoscer e Shakespeare per capire Shake , a nche se per chi è familiare con l’ Otello le easter eggs sono moltissime. I piani sequenza si rifanno senza dubbio al linguaggio teatrale. L’amore tra i protagonisti è il primo, liceale, ma è anche l’amore tra Otello e Desdemona, Romeo e Giulietta, Amleto e Ofelia. I protagonisti non sono solo innamorati, sono destinati l’uno all’altra. L'amore è una fiaba. Allora il realismo narrativo è costellato da brevi momenti di realismo magico: giochi di luce , sguardi sospesi , cinguettii , sequenze in slow - mo che quasi fermano il tempo. P er quanto forte e romantico, purtr oppo il destino Shakespeariano è crudele. È una fiaba senza lieto fine, o comunque con un finale dolce - amaro. Perché in fondo l’adolescenza è proprio questo: la fine della fiaba che è l’infanzia, e il passaggio necessario all’età adulta.
Giulia Gandini