Note di regia di "La Verita'"
Per me la parte peggiore del lutto non è mai stato il dolore. È la stasi. Quando perdiamo qualcuno finiamo dentro una sorta di bolla d’aria che rallenta il tempo e lo spazio fino a che tutto si muove così lentamente da sembrare fermo. Ma il mondo degli altri continua a muoversi alla stessa velocità e questa differenza ci divide e ci isola.
Ne “La verità” ho cercato di rendere visibile la bolla che rinchiude Rachele: lo spazio intorno a lei la schiaccia sempre di lato, o nel centro, come se il mondo in cui ha sempre vissuto comodamente – un mondo simmetrico, borghese, armonico – le si stesse chiudendo addosso. Lo stesso ho cercato di fare con il suono, creando un ambiente silenzioso, quasi ovattato, che si apre al rumore soltanto nei momenti in cui Giulia entra nella storia.
Sia Giulia che Rachele infatti vivono un doppio lutto: per Rachele la morte del figlio, per Giulia la morte che lo stupro subito le ha lasciato sulla pelle e per entrambe il tradimento di una persona che amavano e che non era come loro credevano. Questa doppia bolla è più spessa, più immobile; ma quando le loro due bolle si scontrano, riescono a creare una crepa l’una nella corazza nell’altra, riportando il tempo e lo spazio alla loro reale intensità.
Miranda Angeli