COME PECORE IN MEZZO AI LUPI - Una Roma scura e periferica
Abbiamo visto tanto, film, serie, documentari, corti e tutto questo non andrà perduto come lacrime nella pioggia. È tutto sedimentato nelle nostre memorie, così pesante che sembra quasi impossibile, ormai, riuscire a pensare e a scrivere qualcosa di completamente staccato dal materiale conosciuto. E neanche l'esperienza, personale come il talento, può farci trovare una strada nuova. E allora ecco una protagonista vestita di nero, con la cicatrice sul volto, e con la moto di Lisbeth Salander (per il sesso occasionale tiriamo il freno a mano, siamo in Italia...). Ma anche la storia dell'infiltrata, della famiglia sfasciata, dei cattivi dell'est tutti Dio patria e famiglia (e kalashnikov), tutto ci ricorda un altro film e un'altra serie.
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Come Pecore in mezzo ai Lupi" è un noir italiano che racconta le storie di alcuni personaggi con un passato che non conosciamo che riusciamo a immaginare dai comportamenti, scoprendo un po' alla volta gli elementi che ci coinvolgono come spettatori. La storia cresce intorno a una casualità importante, un incontro tra l'infiltrata e suo fratello, coinvolti in una rapina imminente. Consigli e ordini non seguiti determinano il percorso a ostacoli che porterà al finale drammatico dal quale tutti, in un modo o nell'altro, escono sconfitti.
Isabella Ragonese è la protagonista scura e allergica all'umanità a causa delle cose violente e senza senso alle quali deve assistere per il suo ruolo.
Il film di
Lyda Patitucci è comunque godibile anche se come detto non propone spunti originalissimi ma si concentra su immagini e persone che rassicurano, che ricordano quel qualcosa che ci fa stare tranquilli. Anche la produzione, nel piccolo ambito di una Roma di periferia, sembra aver fatto il meglio per concentrarsi sui personaggi e sugli ambienti.
11/07/2023, 11:54
Natalia Giunti