NOI ANNI LUCE - Giovani, innamorati e... malati
La diciassettenne Elsa (
Carolina Sala), è un’adolescente felice, pratica canottaggio insieme alle sue amiche, e ha un futuro promettente davanti. Un giorno si sente male e scopre però che la sua vita è in pericolo: le viene, infatti, diagnosticata la leucemia e le occorre subito un trapianto di midollo. Sua madre (
Caterina Guzzanti), non può donarglielo e l'unico compatibile per la donazione potrebbe essere suo padre che non ha mai conosciuto e che non sa dove si trovi. Elsa si mette in viaggio alla ricerca del genitore di cui non sa nulla ed Edo (
Rocco Fasano), un ragazzo che ha conosciuto in ospedale, decide di accompagnarla. Tra i due sembra non esserci nulla, a parte la condivisione della stessa malattia. Edo, a differenza sua, è quasi del tutto guarito dalla leucemia o almeno questo è quello che ha raccontato a Elsa...
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Noi anni luce", diretto da
Tiziano Russo (“Skam-Italia 5”), e scritto da Isabella Aguilar (“Dieci inverni”, “Il primo giorno della mia vita”) e Serena Tateo (“Sbratz”), ispirato alla lontana al film del 2010 “So che ci sei” di Nadia Tass, cavalca la tendenza prolifica e di "successo" dei cosiddetti sick movie che raccontano il dramma della malattia vissuta per la maggior parte delle volte da giovani protagonisti, aggiungendo l’elemento romantico, come “Colpa delle stelle”, “Amore e altri rimedi”, la trilogia italiana “Sul più bello” e il recente film Prime Video “Prima di andare via”.
Qui vediamo Elsa ed Edo, due ragazzi tanto diversi, appunto lontani anni luce l’una dall’altro per esperienze, stato sociale e mentalità, avvicinarsi “grazie” alla malattia e alla paura della morte che cercano di esorcizzare insieme. Il viaggio, quello che la ragazza intraprende insieme all’amico alla ricerca del padre, è un altro topic ricorrente al cinema per raccontare il cambiamento nella vita dei protagonisti, metafora del percorso interiore di chi si trova in un momento difficile o di svolta.
Peccato che la storia presenti
diverse situazioni improbabili che tolgono veridicità a un film che vuole esplorare un dramma vissuto da molti e che sulla carta dovrebbe portare lo spettatore a un coinvolgimento emotivo, cosa che non accade: in primis c’è la vicenda del padre di Elsa che non sta in piedi e che ha dei risvolti surreali, ma non possiamo spiegarvi i particolari per non fare spoiler; così come il rapporto tra Elsa e la madre è poco approfondito e avrebbe meritato una cura maggiore, come tanti altri aspetti del film, data anche la delicatezza dell’argomento trattato.
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Noi anni luce" è rivolto a un pubblico giovane diretto da un regista che ha nel suo curriculum una serie come “Skam”, che ha tra i suoi protagonisti proprio Rocco Fasano, e che più di tante altre serie e film in Italia ha saputo mostrare le nuove generazioni con coerenza e senza retorica, dimostrando una conoscenza profonda dei ragazzi, proprio per questo diventata in poco tempo di culto, cosa che non riesce a fare il film di Tiziano Russo nonostante le buone intenzioni e l’ispirazione a una storia vera.
23/07/2023, 23:47
Caterina Sabato