VENEZIA 80 - "Finalmente l'Alba" sulla citta' del cinema
È decisamente encomiabile il film di
Saverio Costanzo. Finalmente una protagonista femminile libera e indipendente, senza pesi sulle spalle, senza situazioni tragiche a cui dover dare seguito o da cui staccarsi. Mimosa è giovane, ha 21 anni, e comincia il film a traino della sorella maggiore prima e di una star di Hollywood, a Cinecittà per un colossal, poi. Ma più che vivere nell'ombra sceglie, forse inconsciamente, di seguire degli esempi per provare a crescere e a cambiare il suo destino di ragazza piccolo borghese nell'Italia degli anni 50. E il suo sguardo è sempre pieno di coscienza e di consapevolezza, di fronte a ogni situazione, anche la più fastidiosa.
Mimosa (
Rebecca Antonaci) accompagna, insieme alla mamma, la sorella a Cinecittà per un provino da comparsa nel film americano in costume del momento, ma da accompagnatrice diventa, grazie ai suoi occhi pieni di verità, personaggio principale, entrando nelle grazie della star (
Lily James) che la coinvolge prima nel film poi in una lunga notte della Dolce Vita romana. Una notte che trasformerà Mimosa da semplice comparsa a protagonista della propria esistenza.
Saverio Costanzo dirige con grazia e maestria una storia dalle atmosfere felliniane ma legate alla cronaca di quei giorni e al delitto, sulla spiaggia di Capocotta, della povera Wilma Montesi rendendo tutto più concreto e realistico. Un ottimo cast italiano e internazionale completa un prodotto costoso ma che punta a riconoscimenti importanti, non solo in patria.
Unico neo, la sequenza finale che sembra voler sottolineare al pubblico il senso del film con una trovata sicuramente non all'altezza del resto. La discesa della scalinata e uno sguardo sulla sua città appena conquistata sarebbe stato più che sufficiente per chiudere una partita difficile da giocare ma sicuramente vinta.
01/09/2023, 22:00
Stefano Amadio