TUC 2023 - Lince e Beatrice: "Tra gli alberi, una nuova sfida"
In concorso corti (e anteprima assoluta) al Torino Underground Cinefest numero 10 anche l'ultimo cortometraggio di
Daniele Lince ed Elena Beatrice, "Tra gli alberi", storia di due fratelli che non si vedono da tempo e nascondono un segreto che li tormenta da anni. Li abbiamo intervistati.
Come nasce il progetto?
Rivedendo a posteriori tutti i film fatti finora, abbiamo notato come costante la voglia di indagare le dinamiche relazionali, è quello che ci interessa di più.
Per sviluppare in pochi minuti questo tema, abbiamo fatto un grande lavoro sulla costruzione del racconto: dovevamo capire come far intendere quel che era successo prima dell'inizio ai nostri due protagonisti senza troppe parole, far entrare subito il pubblico nelle loro vite. Al centro c'è qualcosa che è successo da molto tempo, non è stato semplice trovare i giusti elementi.
Come lavorate in coppia?
Questa volta l'idea è partita più da me (Daniele, NdI): nella mia famiglia ci sono alcuni rapporti difficili, figure fraterne che per lunghi periodi non si sono parlate così a lungo che alla fine non ci si ricorda quasi più il perché. Nessun omicidio però, che io sappia, abbiamo un po' amplificato le cose...
In generale partiamo sempre dalla storia, mai dai temi, che però spesso tornano, come quello dell'incomunicabilità e delle relazioni.
Lavoriamo progetto per progetto, cerchiamo sempre di essere autori e registi entrambi, ma ci arriviamo dopo lunghe discussioni partendo da un'idea. Mai scritto contemporaneamente, finora, ma ci siamo sempre "rimpallati" le varie stesure e le varie suggestioni.
La storia di "Tra gli alberi" è raccontata con poche parole e pochi gesti che però "restano".
C'era un non detto molto grosso al centro, che ha provocato nei due fratelli reazioni molto diverse, ci sembrava interessante anche capire questo. Poi il tema delle radici: anche se provi a tagliarle, non riesci mai a farlo del tutto.
Uno di loro è andato lontano dopo quello che è successo e che scopriremo, l'altro è invece rimasto imprigionato da ciò che è accaduto.
Senza rivelare troppo, la dinamica malata padre-figli la ritroviamo poi nel rapporto tra il maggiore e il minore, che arriva anche a dirgli "sei come lui"... Ci sono aspetti irrisolti che continuano a tornare ed erodono.
Il corto è girato nel formato 1.66:1.
Sì, inizialmente avevamo pensato all'1.85:1, volevamo l'immagine stretta su di loro, poi siamo stati "sfidati" dal dop Agostino Vertucci per stringere ancora di più.
Volevamo che l'immagine fosse chiusa, intima, claustrofobica: vero, c'è molto "restringimento" nel cinema contemporaneo, crediamo sia anche segno dei tempi che viviamo e delle sensazioni che proviamo.
Comunque c'era anche bisogno di lasciar spazio a entrambi i fratelli, non potevamo stringere di più.
Il finale è sia sospeso sia compiuto.
E' stato difficile, lo abbiamo rimaneggiato anche con gli attori, c'è stato un grande lavoro di sottrazione. La loro situazione è irrisolvibile, non potevamo risolverla noi, non ci sembrava giusto. Ma abbiamo trovato un modo che secondo noi lascia la giusta sensazione a chi guarda. O almeno lo speriamo.
Come avete scelto gli attori?
Gualtiero Burzi, che interpreta il fratello maggiore, è di Alessandria ma ora vive a Roma da tempo, ha fatto tante esperienze, è anche nel cast de "Le otto montagne". E' un attore che vuole partecipare, richiede tanto ma dà anche tanto, con lui c'è sempre uno stress costruttivo, molta energia sul set.
Andrea Riso ci è stato proposto dalla produzione e lo abbiamo trovato subito perfetto, è molto passionale e più riflessivo. Lui è anche musicista, viene dal Centro Sperimentale.
"Tra gli alberi" è girato in Abruzzo.
Sì, grazie a una residenza artistica, in un paese vicino ad Avezzano, Forme, sotto il Monte Velino. Lì il telefono non prende, abbiamo vissuto un isolamento creativo che è stato molto proficuo.
28/09/2023, 12:17
Carlo Griseri