FESTIVAL DEL CINEMA IBERO-LATINO AMERICANO
38 - A Trieste dal 4 al 12 novembre
La 38ma edizione del
Festival del Cinema Ibero-Latino Americano di Trieste si terrà dal 4 al 12 novembre 2023 con sede principale il Cinema Teatro Miela.
Nelle nove giornate di durata della manifestazione, il programma prevede la proiezione di circa 100 film tra fiction e documentari (tutti in lingua originale e sottotitolati in italiano e inglese), in un programma che si articola in cinque sezioni competitive nelle quali si presentano anteprime italiane, europee e internazionali; sezioni tematiche non competitive e una retrospettiva del cineasta cileno Alvaro Covacevich.
Una sezione particolarmente significativa quest'anno, composta da 20 tra documentari e lungometraggi fiction, “Allende: 50 anni dopo”, è dedicata al cinquantenario del colpo di Stato in Cile: una sezione speciale per capire meglio il passato, il presente e il futuro sia della cinematografia che delle comunità ibero-latinoamericane.
La storia del golpe cileno non è una storia che riguarda solo il Cile, ma è significativa a livello internazionale: Salvador Allende è stato un presidente “scomodo” sia per la visione occidentale e capitalista che per il blocco socialista dell’epoca. La strada democratica tracciata da Allende è stata brutalmente interrotta perché avulsa dalle dinamiche di potere oligarchiche e a favore di un nuovo modello di essere comunità, partendo dai diritti umani e da una vera e compiuta libertà di espressione e di libertà di azione politica dei cittadini. La censura e la repressione perdurata per quasi venti anni con la dittatura di Pinochet ha generato problemi non ancora del tutto superati nel Cile di oggi.
Salvador Allende ha combattuto fino all’ultimo per tutelare gli esclusi, gli ultimi, coloro che erano privati dei loro diritti sin dalla nascita, condannati alla povertà e allo sfruttamento. La via cilena al socialismo era differente da ogni altro processo politico in atto in America Latina e nel mondo: al centro c’era la libertà di espressione e lo sviluppo di un’economia in grado di soddisfare bisogni e desideri di tutto il popolo cileno attraverso uno Stato forte, capace di tutelare i diritti fondamentali di tutti i cittadini, senza reprimere le libertà, anzi, attraverso la pratica di un dialogo costante con tutti gli attori della vita cilena, dagli operai ai contadini, dalle imprese ai professionisti e anche con gli oppositori politici. La visione di Salvador Allende per una via pacifica di costituzione di una democrazia compiuta può ancora oggi essere fonte di ispirazione per riaffermare un ideale di politica nobile.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto visitare la Repubblica del Cile nel luglio 2023 per omaggiare la memoria di Salvador Allende 50 anni dopo il feroce colpo di Stato in cui è stato brutalmente ucciso. Il Capo dello Stato in tale occasione ha tenuto una lectio magistralis all’Università del Cile dal titolo: “America Latina ed Europa: due continenti uniti per la pace, la democrazia, lo sviluppo”, per ribadire l’importanza dei principi democratici al fine di garantire la pace tra i popoli, attraverso un dialogo rispettoso e costruttivo a garanzia dei diritti fondamentali tra tutti i Paesi ibero-latino americani.
Tra i film più significativi della sezione speciale “Allende: 50 anni dopo”, che verranno trasmessi durante le giornate del festival, “Habeas corpus”, della regista e produttrice cilena Claudia Barril e del regista e direttore della fotografia Sebastián Moreno, che narra la storia del Vicariato della Solidarietà, strumento legale di cui si dotò la Chiesa Cattolica per tutelare i diritti umani nel Paese. Dopo il colpo di Stato militare del 1973, i funzionari del Vicariato della Solidarietà intrapresero il rischioso cammino di salvare le vite dei perseguitati e dei detenuti e di indagare sulla sorte degli scomparsi. Col tempo, si resero conto che esisteva una politica di sterminio contro i dissidenti e che, per decifrarne il funzionamento e i diretti responsabili, dovevano diventare una sofisticata squadra di intelligence. Un documentario che rende il giusto omaggio al nobile e generoso ruolo che svolse la Chiesa ai tempi della dittatura.
Altro lungometraggio di notevole spessore in programma, che narra minuto per minuto gli eventi del colpo di stato cileno, il documentario “11 de septiembre: el último combate de Salvador Allende”, del pluripremiato regista cileno-canadese Patricio Henríquez. Il documentario, scritto da Pierre Kalfon, corrispondente del quotidiano francese Le Monde in Cile durante il mandato del Presidente Salvador Allende, racconta la giornata dell'11 settembre 1973 a Santiago del Cile, quando il Palazzo della Moneda fu bombardato e incendiato dai militari agli ordini di Pinochet. All'interno il Presidente Allende, democraticamente eletto dal popolo cileno, resiste sino alla morte.
Nella sezione speciale “Allende: 50 anni dopo” si inserisce una retrospettiva di cinque film del regista, sceneggiatore e compositore cileno di origine dalmata Álvaro Covacevich, uno degli ultimi amici personali del Presidente Allende ancora in vita. Nel 1966 gira il suo primo lungometraggio con sceneggiatura e musiche proprie, “Morir un poco”, un'indagine sulla vita di un uomo che “esce in strada per morire un po', invece di uscire e vivere", che mostra le differenze tra i ricchi e i poveri nel Cile della metà degli anni ‘60 del XIX secolo. Pur da esiliato il legame con il suo Paese è forte, è lui difatti uno degli ispiratori del progetto di creazione del Centro Culturale Palacio La Moneda, inaugurato dal presidente Ricardo Lagos alla fine del suo mandato.
Tra i film più importanti del cineasta verrà proiettato, all’Inaugurazione del festival, il film “La odisea de los Andes”, l’unico documentario realizzato sull'incidente aereo della squadra di rugby uruguaiana sulle Ande il 13 ottobre 1972, in cui sopravvissero 16 passeggeri (29 furono i morti). Sopravvivere all'aperto per 71 giorni a quasi 4.000 metri di altitudine e sopportare temperature di 30 gradi sotto zero di notte non ha ancora una spiegazione medico-scientifica. In mezzo alla neve, l'antropofagia era l'unica alternativa per sopravvivere. Il libro cinematografico è stato scritto dal Premio Nobel Mario Vargas Llosa.
Un altro lungometraggio di spessore di Covacevich verrà proiettato durante le giornate del festival, “Chile, el gran desafio”, nel quale, dopo aver illustrato la realtà del Cile da nord a sud con un vasto panorama, il cineasta ripropone i passaggi più significativi e importanti degli interventi del Presidente Allende all'estero: Messico, Algeria, URSS, presso la sede delle Nazioni Unite negli USA e Cuba, in ogni luogo vengono mostrate scene delle manifestazioni di solidarietà e sostegno al processo politico guidato dal Presidente Allende, a dimostrazione del grande impatto a livello internazionale, anche nell’immaginario popolare, dell’esperienza cilena realizzata da Salvador Allende.
13/10/2023, 15:50