FESTA DEL CINEMA DI ROMA 18 - "I Limoni d’Inverno"
Pietro è un professore in pensione, Eleonora una donna di 40 anni, sposata con un famoso fotografo di cui è la manager: due mondi agli antipodi che si incontrano dall’alto dei loro terrazzini. Da questa distanza, mentre si prendono cura delle loro piante, l’uomo e la donna cominciano a parlare e a conoscersi, condividendo pensieri, ricordi, si confessano, cercando di alleviare i rispettivi dolori. Pietro è tormentato dallo spettro di una terribile malattia, Eleonora da una perdita immane, il loro incontro sarà una cura per entrambi.
“I Limoni d’Inverno”, diretto da
Caterina Carone che lo ha sceneggiato insieme a
Mario Luridiana, Remo Tebaldi, Anna Pavignano e Alessio Galbiati, è un film delicato, poetico che racconta come due persone ferite in modi diversi possano trovare nuova linfa nella vita grazie a un rapporto sincero, platonico, garbato. Pietro sta scrivendo un libro dedicato alla madre sulle donne che nella storia hanno lasciato un segno ma che in vita sono state ignorate, un po’ come si sente Eleonora, trascurata dal marito e che ha rinunciato forse per poca autostima alla sua passione più grande, quella per la pittura. Passione che torna a coltivare proprio grazie a Pietro. I terrazzi di Roma hanno qualcosa di magico, come quello che si crea tra i due protagonisti, un’immagine che richiama alla memoria “Una giornata particolare” di Ettore Scola, in cui due sconosciuti imparavano a volersi bene su un terrazzo, trovando bellezza anche nello squallore dell’era fascista, poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Pietro ed Eleonora devono affrontare ben altre guerre e la presenza dell’altro diventa un monito per riprendere in mano la propria vita, per essere felici, ma “bisogna credere di esserlo”, come recita una frase del film.
Christian De Sica dopo tanti anni torna a interpretare un ruolo drammatico dimostrando di essere un attore di grande sensibilità, capace di andare oltre le “maschere” della commedia più sguaiata, consegnando un personaggio di rara bellezza, saggio, dolce, ironico. Teresa Saponangelo conferma il suo talento luminoso, sempre in parte, sempre intensa. La coppia funziona nei momenti più intimi e in quelli più poetici, come quando Pietro ed Eleonora si ritrovano, per esempio, in un giardino che sembra quasi fuori dal mondo, avvolti da un’atmosfera suggestiva, tra le piante che amano tanto e che hanno bisogno di cure, così come le loro anime, nel quale si perdono come in un sogno, lontani dalla realtà.
Immagini bellissime illuminate dalla fotografia di Daniele Ciprì e accompagnate dalle musiche del premio Oscar Nicola Piovani, che aggiungono bellezza a una storia ben scritta, commovente, che non sfocia mai nel ricattatorio, ma racconta con onestà le vite di tutti noi, i drammi e le piccole grandi gioie.
27/10/2023, 18:05
Caterina Sabato