TFF41 - "La meccanica delle cose" di Alessandra Celesia
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La meccanica delle cose", documentario di
Alessandra Celesia, è un cubo di Rubik che la regista manipola con abilità. Dissemina tracce di senso, tracce di narrazione, riflessioni, immagini, eventi che ogni tanto sembrano parlarsi, richiamarsi a vicenda (grazie a un montaggio ardito e sapiente). Dopo un po', le intuizioni iniziano a comporre prima una faccia del cubo, poi una seconda e così via fino a raggiungere, con gradualità e il giusto dosaggio, la composizione delle sei facce, ciascuna del proprio colore. A questo punto però, quando, soddisfatti, si pensa di avere chiare le geometrie, arriva ciò che non ti aspetti, l'elemento fantastico che apre una dimensione ulteriore e ti chiedi: perché?
Il nucleo narrativo è presto detto (ma non si creda che l’ordine del racconto parta da qui): esiste un'associazione francese,
Neurogen en marche, che ha tentato in Cina una soluzione sperimentale per riportare a muoversi le persone paralizzate (un rewind impensabile). La regista ne viene a conoscenza e fa l'esperienza con il suo gatto, che ha perso l’uso delle gambe posteriori dopo una caduta. A raggiera, da questo nucleo si diramano e si connettono tra loro tanti aspetti della vita personale della regista (che si mette in gioco in prima persona con generosità): l’esperienza della caduta, il trauma di un incidente, la sofferenza della malattia, i legami familiari (padre/figlia in particolare). Tutti analizzati e rielaborati attraverso l’immaginazione, la terapia, le visioni, la meditazione, la messa in scena di ciò che è passato.
Non si capisce, in questa perfetta meccanica delle cose orchestrata da Alessandra Celesia, la necessità di aggiungere la dimensione lunare, l'aspirazione a varcare lo spazio e raggiungere la Luna. Quell'elemento in più che non troverebbe spazio in un cubo già perfettamente composto.
Ma probabilmente il rompicapo è un altro.
29/11/2023, 08:33
Sara Galignano