Note di regia di "La Storia"
Tutta la Storia e le nazioni della terra s’erano concordate a questo fine: la strage del bambinello Useppe Ramundo.
“La Storia”, Elsa Morante, 1974
Ida Ramundo vedova Mancuso viene violentata. Tutto nasce da una violenza sessuale di un giovane soldato tedesco su una donna incapace di difendersi.
Quel giovane soldato morirà poco dopo, in guerra. Tutti sono incapaci di difendersi. I personaggi di questo grandioso libro sono creature senza nessun potere, attraversate da forze collettive, piccole figure che tentano di sopravvivere nel decennio di un secolo che ha attraversato l’orrore assoluto.
Come mettersi al servizio di un’idea tanto semplice quanto gigantesca? Con tutta l’umiltà e la fedeltà possibili.
Attenzione spasmodica alla distribuzione dei ruoli, alla scelta degli attori e delle attrici, dei cani e dei bambini, delle case, delle piazze, delle scarpe e delle ciabatte.
Immagini. Voci. Luci. Suoni.
Il lavoro di regìa è una sequenza infinita di scelte macro e microscopiche, grandi impostazioni e minimi dettagli.
Guidare una armata di collaboratori geniali, tutti tesi allo stesso scopo: cercare di restituire nei personaggi e nelle scene lo stesso stupore, divertimento, orrore, disperazione che si è provati leggendo La Storia da adolescenti.
Con la precisa certezza che sarebbe stato impossibile.
È stato terrificante e bellissimo
Francesca Archibugi