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JONATHAN CANINI - Attore cabarettista e youtubers


Dal successo sui social ai teatri pieni, fino ad arrivare al cinema, la grande passione di Canini.


JONATHAN CANINI - Attore cabarettista e youtubers
Come nasce Jonathan Canini attore, cabarettista ed youtubers?
Jonathan Canini: Jonathan Canini “nasce” quasi per gioco. All’età di 17 anni ho iniziato a scrivere i miei primi testi di cabaret che portavo in scena insieme al gruppo comico che avevo creato all’epoca “I Piccioni Spennati”. Ci esibivamo principalmente alle sagre e alle feste di paese, mi ricordo che il pubblico, nella maggior parte, era composto da amici e parenti; sono state esperienze che mi hanno aiutato molto nella crescita e nella formazione, la cosiddetta “gavetta” che chiunque voglia intraprendere questo mestiere, a parer mio, dovrebbe affrontare. Successivamente frequentai la Scuola Nazionale di Cinema Indipendente a Firenze, scelsi Regia Cinematografica che mi ha permesso di apprendere le basi per continuare questo mestiere. Iniziai così a fare i primi video e cortometraggi sul web.

Hai un notevole successo sui social, 225.000 follower Facebook, 146.000 Instagram e 137.000 youtube...
Jonathan Canini: I Social mi sono stati di grande aiuto per quanto riguarda la visibilità, se all’inizio in teatro venivano a vedermi solo amici e parenti, adesso il pubblico si è ampliato e si sta ampliando notevolmente e di questo gliene devo essere riconoscente, sono un’ottima vetrina se sfruttati nel modo giusto.

Come nascono i tuoi video "virali"?
Jonathan Canini: Questa ve la devo raccontare perché dopo essere stato a scuola di cinema, mi impegnavo a curare la regia dei video che caricavo sul web e soprattutto cercavo di recitare con una dizione più pulita possibile. Purtroppo però, questi video non ebbero un grande successo, mi ricordo non raggiungevano le 30 visualizzazioni e la maggior parte erano della mi nonna. Ci fu un periodo in cui ero demoralizzato, avevo iniziato a pensare di smettere quando: un giorno mi trovai al circolo del mio paese con un amico, ad un certo punto entrò un Livornese e cominciò a parlare in dialetto, quando andò via tutti nel circolo iniziarono a fargli il verso ed io improvvisai al mio amico un dialogo con i vari dialetti toscani: Pisano, Livornese, Fiorentino e Lucchese. Questo mio amico rise tantissimo e mi disse: “Jonathan…. Ma perché non provi a fare un video in vernacolo?” Io ero molto scettico perché a scuola di cinema si raccomandavano che la dizione fosse più pulita possibile, poi alla fine ho detto: “peggio di così non può andare”. Così girai il primo video in vernacolo: Toscani Vs Toscani, lo caricai sui social alle 22:30 , orario non proprio consono alla pubblicazione, proprio perché non ci credevo più di tanto, non gli avevo dato importanza. Durante la notte ho dovuto silenziare il telefono perché suonava in continuazione. Lì per lì, pensavo fosse qualche amico scemo che scriveva sul gruppo del calcetto, così sono tornato a dormire. La mattina dopo, quando ho aperto Facebook, era sommerso di notifiche: like, commenti, condivisioni… Mi sono accorto che quel singolo video aveva fatto più visualizzazioni di tutti gli altri messi insieme, era andato virale. In quel momento ho pensato: “…O il mio amico aveva ragione o la mi nonna è impazzita.” Da allora cominciai a fare i video in vernacolo.

Nei tuoi video "giochi" molto con gli stereotipi delle varie provincie toscane, specie, Livorno e Pisa...
Jonathan Canini: Il “diverbio” tra Pisani e Livornesi ormai è un classico, io sono da entrambe le parti anche perché essendo Pisano ma andando tutti gli anni al mare a Livorno da ragazzino, per me sarebbe come scegliere tra Babbo e Mamma. Non per questo mi privo di scherzare su entrambi, anche perché tutti i personaggi che tento di replicare sono persone reali, ho preso spunto anche dai miei parenti, fortunatamente ho una famiglia molto variegata, uno zio Livornese, la nonna pisana di Ghizzano e lo zio Dino di Campocatino che esiste davvero! Nei video lo faccio molto tirchio, avaro, nella vita vera non è così… è molto peggio! Scherzi a parte, questi personaggi che incontro nella vita di tutti i giorni, spesso e volentieri sono costretto a “stemperarli” perché alcuni sono più forti delle mie caricature, ad esempio: Furvio, che sarebbe un personaggio anziano caratteristico di Santa Maria a Monte, esiste davvero e ho dovuto “ammorbidirlo” perché era solito imprecare all’inizio e alla fine di ogni frase. Un’altra persona che mi ha ispirato un altro personaggio è stata una delle mie prime fidanzatine, quando ancora i social non erano utilizzati come adesso, mi ricordo che un giorno gli chiesi il numero di telefono, non avevo ancora sentito la sua voce, quando la chiamai pensavo mi avesse risposto il su babbo, invece era lei, aveva una voce profonda, quasi maschile e mi disse che non poteva uscire con me perché doveva andare a “Coglie’ l’ulive ner campo”. Da lì è nata “La Sbudella Cignali” un personaggio femminile, non troppo femminile, con modi di fare rozzi e “selvatici”.

Passiamo al cinema, hai esordito come attore ne "Gli Infami - Episodi di Vita Quotidiana". Cosa ti ricordi di quella esperienza?
Jonathan Canini: Fu la mia prima esperienza su un set cinematografico insieme ad un cast in cui ognuno aveva il suo ruolo e in cui per la prima volta fui diretto da un regista. Quindi il mio unico ruolo era quello dell’attore, all’inizio ero un po’ spaesato, poi sono riuscito ad entrare nel personaggio ed è andato tutto come doveva andare.

Hai recitato anche nella puntata "Donne con le Palle" della serie "I Delitti del Barlume". Che ruolo ricoprivi?
Jonathan Canini: Aver avuto la possibilità di lavorare in un cast come quello di “I Delitti del Barlume” per me è stata un emozione, il mio ruolo era quello di un barista burbero e svogliato che interagiva con uno degli attori principali. L’atmosfera sul set era magica, mi sono sentito a casa.

Poi, ti sei cimentato non solo come attore, ma anche dietro la macchina da presa con "Oh Quanta Fila C'era", tua opera prima, "Disoccupati a Lavoro" ed il docu-film "Santa Maria a Monte - Un Giornalista di Troppo". Ci parli di queste tue opere?
Jonathan Canini: Partiamo dall’inizio: “Disoccupati a Lavoro” fu il primo cortometraggio che girai senza attrezzatura professionale, utilizzai una macchina fotografica della mi sorella e un gruppo di amici che aveva tanta passione, così venne fuori questo cortometraggio tragicomico che a qualcuno è piaciuto davvero nonostante la “primordialità” del progetto. Successivamente, prima di girare “Oh Quanta Fila C’èra”, ho lavorato nella falegnameria del mi babbo, facevo il “lustrino” in parole povere e la sera il cameriere in un ristorante nella mia zona, tutto questo per riuscire a comprarmi l’attrezzatura da videomaker, finché un giorno dissi ai miei genitori: “Babbo, Mamma, io mi licenzio perché voglio fare I Film”…. Non la presero tanto bene, ma ho dovuto farlo per avere il tempo necessario per girare: “Oh Quanta Fila C’era”, il mio primo lungometraggio, realizzato interamente con le attrezzature che avevo comprato e con alcuni ragazzi che studiavano recitazione e che mi hanno dato una grande mano. Ci furono anche delle proiezioni di questo film, ed ero stupito nel vedere il teatro pieno, non c’erano solo i miei parenti ma anche i parenti degli altri attori.
Fatto sta che le persone si divertirono e nel vederle ridere a delle battute che avevo scritto io mi emozionò tantissimo e lì ho capito che volevo fare quello.
Poi venne “Santa Maria a monte – Un giornalista di troppo” un ducu-film che realizzai grazie al sostegno del comune di Santa Maria a Monte (PI) e che ha avuto lo scopo di raccontare il territorio e far conoscere la sua storia in modo ironico.

Continuerai a fare cinema?
Jonathan Canini: Il mio sogno è proprio quello di fare Cinema, quindi spero con tutto me stesso di continuare questo percorso.

Ci puoi parlare dello spettacolo "Cappuccetto Rozzo", che ha riempito i teatri della Toscana?
Jonathan Canini: “Cappuccetto Rozzo” è uno spettacolo in vernacolo toscano, la rivisitazione della favola di “Cappuccetto Rosso” in chiave comica, dove Cappuccetto Rozzo è Fiorentina, La Nonna Livornese, Il Cacciatore Pisano e Il Lupo Lucchese di Campocatino.
Scrissi questo spettacolo quasi per gioco, rivelandosi poi qualcosa di più perché mi ha permesso di portare il pubblico del web in teatro, nonostante la pandemia, che scoppiò a spettacolo appena avviato, siamo riusciti a portarlo avanti per altri due anni.
E’ stato il primo spettacolo che mi ha permesso di calcare i palchi più importanti della Toscana, con enorme sorpresa ed entusiasmo, ma soprattutto è stato una scuola a tutti gli effetti, ogni volta che lo portavamo in scena imparavamo qualcosa in più, grazie soprattutto al pubblico, quindi cercavamo sempre di fare del nostro meglio per migliorare. E’ stata senz’altro un’esperienza di crescita significativa.

Attualmente sei a teatro con il tuo spettacolo. Come sta andando la tournee?
Jonathan Canini: Attualmente sto portando in scena “Vado a Vivere con Me” dove racconto le vicissitudini dell’andare a vivere da solo attraverso fatti e disavventure realmente accadute. E’ uno spettacolo in cui mi ritrovo particolarmente, perché a differenza di “Cappuccetto Rozzo” che era una fiaba inventata, questo si ispira alla realtà di tutti i giorni e un grazie particolare va a Walter Santillo che ne ha curato la regia con estrema cura e disponibilità. La Tournee sta andando molto bene, abbiamo avuto e stiamo avendo il piacere di vivere esperienze in contesti e teatri meravigliosi, il pubblico sembra apprezzare molto e personalmente riesco a sentirne l’affetto, sono estremamente felice.

Per concludere, come terminerebbe questa intervista un pisano, un livornese ed un fiorentino?
Jonathan Canini: Così su due piedi non saprei, forse il Livornese direbbe: “Booooia dè, senza ‘ntervista!

27/02/2024, 09:23

Simone Pinchiorri