VIA DON MINZONI N. 6 - Il cinema come memoria familiare
Il film racconta il momento del distacco dall’età delicata dell’infanzia attraverso il luogo più vicino alla sensibilità di tutti, l’abitazione, la casa. Nel Lungometraggio "
Via Don Minzoni n.6", opera prima di finzione del fiorentino
Andrea Caciagli, questi momenti sono raccontati proprio nel periodo precedente la mattina in cui il protagonista Andrea sta lasciando la casa dove è cresciuto assieme alla nonna che è appena morta. Il protagonista e il regista coincidono perfettamente, nelle note di regia infatti Caciagli spiega che il film è proprio basato sui ricordi e sui momenti di tre generazioni della sua famiglia in una casa che sta per essere venduta.
Come ne "
La Famiglia" di Ettore Scola, la narrazione nasce proprio dal ricordo, dall’oggetto, dalla stanza e dal passaggio di chi ci ha abitato. Il tema è il lutto e l’elaborazione della scomparsa di una persona amata, e Caciagli utilizza il mezzo del cinema e del racconto di tutte le generazioni per descriverlo. Andrea, nella finzione, attende l’alba della mattina successiva con la certezza che la sua vita sta cambiando, sta diventando un adulto. La casa, dopo la scomparsa della nonna, deve essere venduta ed il protagonista ha il compito di dare le chiavi ai proprietari nuovi, la mattina successiva. Possiamo affermare, che, questa casa dell’infanzia, dove ha giocato a carte da bambino, po,i ci si è fatto male alle ginocchia, ci ha portato gli amici, ha iniziato a guardare i film, quel luogo diventa un vero e proprio personaggio aggiunto. Alcuni momenti del film sono davvero toccanti e commoventi, lo stile di Caciagli è delicato e introspettivo, abile nel raccontare i legami e i ricordi.
27/02/2024, 09:06
Duccio Ricciardelli