MONDOVISIONI - A Firenze 3 film sulle aree più critiche del pianeta
Fa tappa al cinema La Compagnia di Firenze, la rassegna
Mondovisioni. I documentari di Internazionale, rassegna organizzata da CineAgenzia con il settimanale Internazionale, che presenta da quindici anni i più appassionanti e attuali documentari su emergenze sociali, diritti umani e informazione, selezionati dai maggiori festival e proposti in esclusiva per l’Italia. La tappa fiorentina della rassegna si tiene con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana.
Mondovisioni racconta sul grande schermo, senza sconti o effetti speciali, la complessità del nostro tempo. Anche la selezione di quest’anno propone una rosa di film tra attualità e approfondimento, emozioni e introspezione, che offre allo spettatore uno sguardo sul mondo inedito, come solo il miglior cinema documentario sa fare.
Nella rassegna non poteva mancare un film sulla guerra in Ucraina, raccontata in
20 Days in Mariupol, selezionato nella cinquina degli Oscar 2024 per il Miglior documentario, con le drammatiche immagini dalla città assediata, che sono valse al reporter ucraino Mstyslav Chernov, il premio Pulitzer 2023. Dall’Ucraina all’Iran: ad un anno dalle rivolte iraniane per l’assassinio di Mahsa Amini, il film "
Seven Winters in Tehran", di Steffi Niederzoll, ricostruisce la drammatica vicenda di un’altra giovane donna, quella di Reyhaneh Jabbari, diventata il simbolo della battaglia contro la società patriarcale nella quale vive. Infine, uno sguardo alla martoriata Siria: la ricerca di giustizia, in un altro scenario da anni al centro delle cronache, è il tema anche di "
The lost souls of Syria", di Garance Le Caisne e Stéphane Malterre. Il film è incentrato sul primo tentativo di processare i responsabili di violenze e torture perpetrate dal regime siriano sulla popolazione.
Programma Mondovisioni. I documentari di Internazionale a La Compagnia
Dal 12 al 19 marzo, Seven Winters in Tehran, di Steffi Niederzoll
Teheran, 7 luglio 2007: Reyhaneh Jabbari, 19 anni, ha un incontro di lavoro con un nuovo cliente. Lui tenta di violentarla, lei lo accoltella e fugge. Più tardi, viene arrestata e accusata di omicidio. Nonostante le numerose prove di legittima difesa, Reyhaneh in tribunale non ha alcuna chance, perché il suo aggressore era un uomo potente che, anche da morto, viene protetto da una società patriarcale. Grazie a video registrati in segreto forniti dai familiari, alle loro testimonianze, e alle lettere scritte da Reyhaneh, il film ripercorre il processo, la detenzione e il destino di una donna diventata simbolo di resistenza per un intero Paese. La sua lotta per i diritti rispecchia quella di tante altre donne, facendo luce sulla condizione femminile in Iran.
Dal 30 marzo al 5 aprile, 20 Days in Mariupol, di Mstyslav Chernov
La proiezione di sabato 30 marzo, alle 18.30, sarà in collaborazione con Associazione Ucraina – Italia “Lilea” APS.
Alla vigilia dell’invasione russa dell’Ucraina, una squadra di giornalisti entra nella città portuale di Mariupol. Durante il successivo assedio, mentre cadono le bombe, gli abitanti fuggono e l’accesso a elettricità, cibo e acqua è interrotto, i reporter, unici rimasti, lottano per raccontare le atrocità della guerra, finché circondati dai soldati russi si rifugiano in un ospedale, in trappola. Le loro immagini, diffuse dai media mondiali, documentano morte e distruzione, e smentiranno la disinformazione russa. Di fronte a tanto dolore il regista e giornalista ucraino Mstyslav Chernov si chiede se filmare ancora possa fare qualche differenza, ma sono gli stessi cittadini di Mariupol a implorarlo di continuare, perché il mondo sia testimone.
Dal 18 al 22 aprile, Lost souls of Syria, di Garance Le Caisne e Stéphane Malterre
27.000 foto di detenuti civili torturati a morte sono state trafugate dagli archivi segreti del regime siriano da un disertore militare con il nome in codice Caesar, e rese pubbliche nel 2014. Il regista Stéphane Malterre e la sua co-autrice e consulente storica, Garance Le Caisne, hanno indagato fino a che punto la giustizia internazionale si dimostri impotente nel perseguire il criminale Stato siriano. Mentre il caso sembra destinato all’oblio, le famiglie delle vittime, insieme agli attivisti e allo stesso Caesar, cercano invece verità e giustizia attraverso i tribunali di tutta Europa. Oltre cinque anni di indagini e battaglie porteranno al primo processo contro gli alti funzionari responsabili della macchina della morte siriana.
08/03/2024, 10:44