BiF&ST 15 - Body Odyssey – Viaggio nell’universo corpo
Mona è una bodybuilder professionista di mezza età in preparazione per la competizione più importante della sua carriera. La sua vita è una ricerca spasmodica di perfezione e bellezza, monitorata costantemente dal suo allenatore che, come un demiurgo, vigila sui suoi singoli gesti quotidiani. L'incontro con un misterioso ragazzo mette in pericolo questo delicato equilibrio, ed emerge un conflitto finora taciuto, quello con il proprio corpo.
Un corpo scolpito, portato all’estremo, frutto di disciplina, di una ferrea dieta, di sacrifici in nome della perfezione: Mona nel mondo dei bodybuilder è un punto di riferimento, venerata e ammirata. Kurt, il suo coach, la controlla, la plasma, è ossessionato da lei. Un rapporto nel quale non è contemplato nessun altro, nessuna interferenza: per sfogarsi Mona fa sesso programmato con il suo dentista, ma per lei non c’è spazio per i sentimenti o la passione, fino a quando non incontra il giovanissimo Nic che scompagina l’equilibro fragile della sua mente, da sempre troppo “controllata” e votata solo al sacrificio. È in questo momento che subentra un terzo personaggio, Corpo, che inizia a tormentare Mona, una voce inquietante e opprimente che dirige le sue scelte, ma pian piano, il rigore imposto da Kurt, l’abuso di anabolizzanti si fanno sentire. Corpo diventa un compagno morboso che pensa solo al proprio benessere e tradisce Mona piegandola alla propria volontà.
Grazia Tricarico, classe 1986, dirige “Body Odyssey”, un’opera prima di altissima qualità visiva e registica, in cui si allontana presto dal realismo per raccontare una storia sospesa tra il classico sport-movie e la videoarte. Un film fatto di suggestioni, suoni e rumori che manifestano il dolore, la fatica, le sensazioni più profonde insite nel Corpo di Mona, che non a caso è un personaggio a sé, che le parla e ci parla, che è il centro dell’universo di una donna che ha sempre vissuto al massimo. Quella di Mona è appunto un’odissea per cercare di ritrovare sé stessa, di riprendere in mano la sua vita, da sempre controllata da Corpo e dal coach Kurt, interpretato dall’intenso Julian Sands (“Camera con vista”), attore di grande sensibilità, tragicamente scomparso un anno fa, al quale il film è dedicato.
“Body Odyssey”, scritto dalla stessa regista con Marco Morana e Giulio Rizzo, utilizza l’espediente del bodybuilding per porre una riflessione sul rapporto con il nostro corpo, un rapporto che ci accompagna da sempre, spesso complicato, fonte per alcuni di dolore e vergogna. Grazia Tricarico con il suo primo lungometraggio dimostra una grande maturità registica e una consapevolezza del mezzo cinema non così scontata neanche nei registi più navigati, dirigendo un film sensoriale, straniante, esteticamente affascinante.
22/03/2024, 10:41
Caterina Sabato