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FLAMINIA - Una sorella che ti cambia la vita


Dall’11 aprile in sala il debutto alla regia di Michela Giraud, la stand up comedian romana che mette in scena un dramedy ispirato e dedicato alla sorella Cristina con la sindrome di Asperger. Nel cast anche Rita Abela, Antonello Fassari, Lucrezia Lante Della Rovere, Edoardo Purgatori e il padre, lo sceneggiatore Andrea, alla sua ultima apparizione. Distribuito da Vision in 150 copie.


FLAMINIA - Una sorella che ti cambia la vita
Regista, sceneggiatrice (con Francesco Marioni, Greta Scicchitano e Marco Vicari) e attrice. Per il suo esordio dietro la macchina da presa (l’ultimo di quella che sta diventando una lunga serie al femminile) la stand-up comedian romana Michela Giraud punta su una storia personale che passa rapidamente dai toni brillanti e acidi al dramma che fa dell’omologazione imperante il mostro da uccidere.

Si comincia con l’irrisione di quella Roma Nord già tratteggiata da Pilar Fogliati in Romantiche che fa della forma sostanza e dei parrucchieri i templi del potere. Tra ipocrisie e perbenismo la vita di Flaminia è già tracciata. Ricercatrice di Diritto Civile alla Sapienza e promessa sposa del figlio di un diplomatico (Edoardo Purgatori) che finalmente regalerà la scalata sociale ai genitori (Antonello Fassari e Lucrezia Lante Della Rovere), la vita patinata di questa ex bassista di un gruppo rock satanico viene letteralmente sconvolta dall’arrivo di Ludovica (Rita Abela), la sorellastra in fuga dalla casa di cura che la ospita (ha la sindrome di Asperger come Cristina, la sorella della Giraud alla quale è dedicato il film) e dove ha dato fuoco a un materasso.

Tra feste di beneficenza (in donazione 4 campi da padel…) e bagni al tramonto, dilemmi esistenziali (Sushi o carbonara?) e vestiti da sposa in prova, saranno le Emozioni di Battisti a far cambiare la direzione e le priorità della vita della protagonista di questo Rain man di Roma Nord. Un dramedy che, viste le attitudine comiche della sua protagonista convince più nella parte seria (ispirata ed intensa) che in quella ironica sin troppo scontata e senza guizzi stilistici (basta con la voce fuori campo nei film italiani).

“Flaminia è un film che ho voluto fortemente perché avvertivo la necessità di raccontare una storia che mi permettesse di mostrare diverse sfaccettature di me stessa, ma anche del mondo in cui sono cresciuta e che tuttora è parte della mia vita” dice la Giraud. “Essere contemporaneamente attrice, sceneggiatrice e regista è stato un impegno considerevole ma ho voluto mettermi totalmente in gioco rischiando tutto”.

“Parlo di ambienti dove sono cresciuta e che conosco bene” continua l’attrice (la prima stand up comedian italiana ad avere uno special Netflix Original distribuito in 190 paesi nel mondo: Michela Giraud, La verità, lo giuro!) “la Balduina è un luogo dell’anima ma mi ci sono sentita come un pesce fuor d’acqua. Il mio è un film inclusivo nel quale il mio lavoro di stand- up mi ha dato la possibilità di portare al cinema la mia libertà e la possibilità di trattare temi delicati senza alcuna preclusione”.

In Flaminia c’è molto della vera Michela Giraud? “Ho paura di far vedere chi sono in realtà e quasi sempre i comici si nascondono dietro l’armatura dell’ironia” confessa la Giraud “Sono una donna che ha molto pudore e di base si giudica male ma nel film c’è molto di me e del rapporto con mia sorella anche se naturalmente questo non è un documentario ma un’opera di finzione”.

Infine un ricordo di Andrea Purgatori, che nel film interpreta il padre del suo promesso sposo (lo è anche nella vita) e qui alla sua ultima apparizione. “Era un mio professore al master di drammaturgia e sceneggiatura alla Silvio D’Amico ed entrando in aula ci diceva sempre che stavamo buttando il nostro tempo…Poi un giorno gli lessi una mia improbabile sceneggiatura e mi gelò dicendomi che non faceva ridere, avevo paura a chiedergli di partecipare al film credendo si ricordasse ancora di quel testo e ho mandato in avanscoperta il figlio…”.

08/04/2024, 09:47

Claudio Fontanini