Note di regia di "Mycelia"
I cercatori di funghi sono reali, non sono attori. La ricerca dei funghi è ancestrale, l'atteggiamento
emotivo e la sua espressione non possono essere semplicemente finti, la ricerca non è uno spettacolo teatrale, non può essere recitata così. E io, come regista vorrei trovare nella gestualità e nell'atteggiamento di questi cacciatori un'autenticità, la realtà e la natura istintuale della loro “attività”.
La ricerca del Boletus edulis è un momento speciale, magico: è un fungo pieno di significati e di carattere, e quando lo trovi, infonde una gioia che non ha prezzo come se qualcosa nascesse dentro e facesse cessare la stanchezza: la foresta si apre, non è più buia, impervia, e spaventosa, come se la natura stesse premiando il tuo sforzo. È un gioco folle, diabolico e angelico al tempo stesso, è una ricerca senza fine, ugualmente potente anche se non si trova nulla.
Non ci sono regole in questo gioco: puoi considerare la saggezza popolare, il motus della luna, la pioggia che bagna lentamente il terreno. Questa caccia, senza sangue, inizia quando si entra nella foresta e si accetta di entrare in simbiosi con la natura.
È un viaggio, un vagare verso la parte più recondita di noi stessi. È durante questa ricerca che ci confrontiamo con il nostro io più istintuale, più selvaggio, più spirituale. Più magico. Nella foresta sei solo, non hai paura degli uccelli, delle volpi, degli scoiattoli. Sei circondato dal silenzio
meravigliosamente orchestrato della foresta che ti accoglie, ti accompagna, ti tiene per mano. Così, alla fine non sei solo, diventi parte di un mondo che omaggia il tuo atteggiamento, diventi una creatura, un animale, e come tale non uccidi le altre creature che incontri.
Il mio obiettivo è catturare questa magia, in un paesaggio - nel bosco - che sembra coerente e omogeneo; voglio l'esperienza di questo confronto primordiale, l'odore, i profumi, il contatto psichico, la piacevole esperienza di una relazione diretta con la foresta. Far comprendere allo spettatore il mistero del rapporto, ancestrale e secolare, tra l’uomo e la natura, tra il protagonista, un cercatore di funghi, e il suo amore, una creatura appartenente ad un ordine incredibilmente nascosto, dove molti organismi interagiscono tra loro: una mappa di molteplici interazioni, una rete dove i reticoli dei funghi formano collegamenti fisici tra le piante. Un vero e proprio universo, che vive sotto i passi degli umani, troppo spesso incuranti di ciò che li circonda.
Mycelia è lì, in un ordine nascosto ed unico, e solo chi lo prova, e ne apprezza i frutti può capire questa simbiosi, il piacere di questa esperienza autentica. Essere liberi e lasciarsi andare: è questa la chiave di questo piccolo ed intimo racconto.
Alessandra Stefani11/04/2024, 08:29