Spectacular non è solamente un cortometraggio indipendente, ma soprattutto una favola, una metafora sull’incomunicabilità, tema sempre attuale seppur sottovalutato. L’incapacità di dire cosa pensiamo, di trasmettere ciò che proviamo, di mostrare ciò che abbiamo al nostro interno, ma anche l’incapacità di ascoltare. Tutto ciò può provocare immenso dolore in qualsiasi essere umano, da cui l’attore Sebastian Gimelli Morosini, nel ruolo del mimo, è riuscito ad attingere con molta maestria. Edgar è un personaggio alieno e il suo simbolico ruolo di mimo lo rende portavoce di un profondo disagio che coinvolge noi tutti, sempre più incapaci di confrontarci e comprendere il prossimo nella sua particolarità e originalità. Il cortometraggio, inoltre, vuole affrontare tematiche intime legate alla natura stessa dell’essere umano, quali il dramma di non sentirsi accettati dalla società, l’emarginazione e il desiderio di realizzare i propri sogni. Ho optato in Spectacular per un aspetto parzialmente retrò, grazie soprattutto alle didascalie e alle scelte sonore, per rendere la visione del cortometraggio un sogno magico che si rifà alle atmosfere dei grandi musical. Un sogno in cui le parole sono superflue e dove non c’è sempre bisogno di parlare per essere capiti. Sogno troppo spesso destinato a infrangersi. Quest’estetica vintage e incastonata in un’epoca non ben definita ha inoltre il doppio compito di esprimere al suo interno una tematica che non si può collocare temporalmente, ma che colpisce l’essere umano da tempo immemore. Chi nel proprio percorso di vita non si è mai sentito come Edgar, invisibile e non ascoltato?
Virginia Yellow