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Note di regia di "Samad"


Note di regia di
Premessa
Samad nasce durante le riprese del mio secondo documentario in carcere: Dustur (Costituzione). L’idea mi è venuta filmando ore e ore d’incontri tra un volontario
religioso di fede cattolica e un gruppo di detenuti musulmani, su temi legati ai principi della Costituzione italiana e delle Costituzioni arabe. Un confronto non facile, tra due mondi molto diversi, sconvolti dall’attentato alla sede del giornale satirico di Charlie Hebdo (2015). È da qui che parte Samad, una visione sul tema della “sottomissione” e della radicalizzazione in carcere.

Oltre i confini
Una storia dentro la galassia delle seconde generazioni arabe, raccontata dietro le sbarre di un carcere. Una storia dove vittima e carnefice condividono lo stesso destino. Non piegandosi ai “dogmi del cielo” e ai “fantasmi del passato”, Samad incarna il tormento di chi non si nasconde ma combatte, resiste, guardando in faccia la follia e l’ipocrisia dei nostri tempi. Un film che ha l’ambizione di spingersi oltre i confini del bene e del male in un mondo fatto di rabbia, paura, speranza. Un duro e lungo viaggio alla ricerca di una pace che per Samad diventerà anche la sua condanna.

Le persone
L’unico attore professionista del gruppo marocchino protagonista del film è Mehdi Meskar. Nato in Italia e cresciuto in Francia dove vive e lavora, Mehdi interpreta Samad, un ragazzo di seconda generazione che non ha paura di guardarsi dentro per trovare la sua libertà ma non riesce a trovare il coraggio di tradire i suoi ex compagni. Gli altri protagonisti arabi del film sono ragazzi che ho conosciuto nei miei precedenti lavori girati in carcere e giovani artisti marocchini del collettivo bolognese: Cantieri Meticci. Una scelta che ha permesso di rendere il mio primo film di finzione più vicino alla mia storia di regista di documentari.

Marco Santarelli

10/06/2024, 09:44