VENEZIA 81 - Pupi Avati: "Finalmente ho fatto il cinema"
Pupi Avati, accompagnato dal suo ampio cast, è arrivato a Venezia 81 per presentare il suo "
L'orto americano", scelto dal direttore Alberto Barbera come film di chiusura della Mostra del cinema.
"Non mi sono mai allontanato più di tanto dal genere, che dovremmo praticare di più in Italia, credendoci anche di più", racconta
Avati. "Il cinema gotico mi è connaturato, mai così tanto come in questo caso: credo di aver fatto 54 film nella mia vita ma è la prima volta che ho avuto la sensazione di fare 'il cinema', è una sensazione completamente diversa. Questo grazie a una storia di genere, fatta con l'umiltà di voler essere anche un po' popolari, per raggiungere spero un pubblico più vasto, e poi in bianco e nero, che dà una forza speciale e toglie i limiti che ha la realtà 'a colori'".
"Questo è un racconto popolare, una storia inquietante che è anche autobiografica: sono io il protagonista con un disturbo mentale, che parlo con i morti e i santini. Ogni sera leggo 250 nomi delle persone care della mia vita che non ci sono più, prima di andare a dormire, e la stanza via via si riempie, si popola di una serie di entità che mi vogliono bene. Per ragioni anagrafiche a 85-86 anni ho molta paura e così mi passa l'ansia".
Con la decima esperienza al Lido, è il regista italiano vivente con più partecipazioni. "Della prima Mostra ricordo la meravigliosa accoglienza per '
Una gita scolastica', con Tognazzi che uscì urlando dalla sala urlando 'leone d'oro a Carlo Delle Piane!'... una proiezione meravigliosa. Ho ricordi molto belli di questo festival, al punto che feci un film che si chiama '
Festival', sul caso di Walter Chiari e il mancato premio che lui pensava di aver vinto e che invece vinse proprio Delle Piane per il mio '
Regalo di Natale'".
Il coro di attori che lo accompagna a Venezia è unanime nell'omaggiarlo. "Pupi - spiega
Roberto De Francesco - è un grande accordatore di attori, ha un orecchio talmente fine che riesce subito a farti capire come devi suonare la partitura che ti propone. Non è così diffusa l'attenzione alla direzione degli attori, è stata una festa recitare in questo film, bellezza assoluta".
Per
Chiara Caselli, al terzo film con Avati, "fin dal primo ciak - anche perché di solito con lui ce n'è solo uno - mette sempre l'asticella molto alta, sa guardare e ascoltare, fisicamente è vicino all'attore e questo ti aiuta tanto".
Il protagonista è
Filippo Scotti. "In effetti non avevo mai provato questa esperienza, il primo giorno sul set Pupi si mise davanti a me e mi parlava mentre facevamo la scena, tra l'azione e lo stop proprio. Io mi distrassi perché mi parve strano, poi in modo naturale mi sono sentito accolto, giudicato ma in senso positivo, lui ti dice le cose in maniera diretta e ti fa fare uno scatto".
Il film uscirà in sala nel 2025 con 01.
07/09/2024, 13:06
Carlo Griseri