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Riverbero" di Enrico Iannaccone ha proprio queste due caratteristiche nella sua unicitaā produttiva e nella scelta di regia e di sceneggiatura. C'č dentro qualcosa della follia solipsistica di Davide Manuli, riferimenti al cinema astratto e la scelta di un formato che pur essendo fatto con un iPhone 14 Pro, riecheggia in qualche modo la pellicola ed un battagliero super 16mm da cinema militante. La trama e' minimalista, Iannaccone č abile nel realizzare con zero budget, un' atmosfera particolare, grazie anche ai pochi personaggi, fortemente caratterizzati dal disagio e dalla voglia di uscire da una vita che li soffoca.
Gli attori sono quasi sempre seguiti in piano sequenza, ripresi da dietro, spesso quando sono in movimento, sempre immersi in paesaggi nei dintorni di Napoli. Una presenza costante nel film e' infatti lo splendido mare, che sembra unire ma anche fagocitare le loro esistenze. Il regista stesso nelle note di regia, parla di un film "tridimensionale", fatto appunto di riverberi nascosti, risonanze e fuori campo narrativi, che aprono verso stimoli sensoriali nuovi per chi guarda il film. I dialoghi sono spesso recitati fuori campo, mentre i due protagonisti camminano e si raccontano. Le battute sono dei frammenti di prosa poetica, a parere mio troppo teatrali, che delle volte rischiano di appesantire l'ottima parte visiva del film. Questa l'unica nota negativa che posso fare al film. R
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Riverbero" rappresenta bene la "povertā di mezzi" che spinge un filmmaker a lavorare con decisione sulla sua idea. Il risultato finale saraā sicuramente imperfetto e fuori dai canoni del cinema industriale, ma se il talento del regista c'č, alla fine emerge e coinvolge.
03/10/2024, 10:04
Duccio Ricciardelli