RICORDAMI DI TE - Presentazione all’Università di
Bologna del documentario di Emanuela Imparato
Sarà presentato oggi 15 novembre 2024 alle 16.00 all’Università di Bologna all’interno de “La Cultura della Cura”, il documentario di Emanuela Imparato “
Ricordami di te” che ha ricevuto i finanziamenti del MIC per il soggetto e la sceneggiatura e già vincitore di numerosi premi in Italia e all’estero, un film sulla malattia di Alzheimer che la regista ha voluto dedicare alla madre.
Alla presentazione intervengono insieme alla regista, Rosanna Sferrazza produttrice del film, Alberto Bertoni, Professore di Letteratura italiana contemporanea dell’Università di Bologna e autore del libro “Ricordi di Alzheimer” e Sabina Capellari, Professoressa di Neurologia, Dipartimento di Scienze Biomediche, Neuromotorie dell’Univeristà di Bologna. L’incontro è moderato da Marco Veglia, Professore di Letteratura italiana, dell’Università di Bologna e Direttore del Centro Studi Medical Humanities.
Elena è stata una donna bella e forte. Si ammala di Alzheimer e in poco tempo una fitta nebbia scende sul suo passato e sul suo presente, nascondendo ogni cosa. La figlia Emanuela, che ha avuto un rapporto appassionato ma anche conflittuale con Elena, cerca di rimanere in contatto con la madre, cercando di stimolare e di intercettare le sue emozioni finite chissà dove.
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Attraverso la storia di Elena, mia madre, non ho voluto raccontare l’Alzheimer da un punto di vista clinico o sociologico. Piuttosto il mio intento, data l’impossibilità di stabilire una comunicazione cognitiva con lei, affetta da Alzheimer da dieci anni, è stato quello di provare a “scavare” emotivamente nei ricordi della sua vita sepolti, per ragioni ancora sconosciute alla scienza, sotto una coltre di sostanze neurotossiche che portano progressivamente alla morte neuronale” - dichiara
Emanuela Imparato.
Consapevole della sensibilità del tema, Emanuela invece di utilizzare una troupe cinematografica ha scelto di girare il documentario con l’ausilio di smartphone, dispositivo che la madre ha accettato senza disagio. Questa scelta conferisce al film un'estetica volutamente “sporca”, quasi improvvisata, in grado di riflettere la natura frammentaria e imprevedibile della malattia, tra stati d'animo mutevoli, ricordi incerti e sguardi persi.
A dare ulteriore profondità visiva al documentario sono le immagini in 8mm girate dal padre di Emanuela negli anni d'oro della famiglia, che fanno da contrappunto nostalgico alla narrazione, come a rappresentare una memoria “originaria”.
15/11/2024, 10:34